9 giugno 2020

Goshu il violoncellista (Isao Takahata, 1982)

Goshu il violoncellista (Sero hiki no Goshu)
di Isao Takahata – Giappone 1982
animazione tradizionale
**1/2

Visto in divx.

Goshu è un giovane contadino che suona il violoncello in un'orchestra di campagna, impegnata nelle prove della sesta sinfonia di Beethoven (la "Pastorale") che dovrà portare in scena in città. Il severo direttore d'orchestra lo rimprovera frequentemente, accusandolo di non seguire il tempo degli altri o di uscire di tono. Ogni sera, nella capanna dove vive da solo e dove si esercita senza sosta, il ragazzo riceve la visita di un diverso animale parlante (un gatto, un uccello, un tasso e un topolino) che lo aiuteranno a migliorarsi e a maturare sia dal punto di vista musicale che da quello relazionale e comportamentale: grazie a loro, e alla propria forza di volontà, il concerto sarà un successo, e proprio a Goshu sarà chiesto di esibirsi come solista in un bis altamente virtuosistico ("Caccia alla tigre indiana", scritto appositamente da Michio Mamiya). Mediometraggio (dura un'ora scarsa) tratto da un racconto di Kenji Miyazawa di inizio Novecento, che mescola le suggestioni musicali del brano di Beethoven (un cui ritratto arcigno è appeso sulle pareti spoglie della casa di Goshu, ad osservarlo durante le lunghe ore di esercizio) – già di per sé legate al mondo della campagna (il film si apre con un temporale che va di pari passo con il quarto movimento, esattamente come accadeva in "Fantasia" di Walt Disney) – con temi tipicamente favolistici come gli animali parlanti e il loro intimo legame con la musica (si va da "I musicanti di Brema" alle tante principesse, Biancaneve in primis, che sanno comunicare con tutti gli abitanti della natura). L'animazione morbida, i bei fondali di Mukuo Takamura e i disegni appena abbozzati completano il quadro di un film semplice ma capace di risuonare nel profondo, soprattutto se si ama la musica e si comprende lo sforzo (non certo banale) che sta dietro a una perfetta esecuzione, alla capacità di trovare un proprio stile ma al contempo di rimanere in sintonia con gli altri membri dell'orchestra (il che potrebbe suggerire riferimenti autobiografici al lavoro di animatore dello stesso Takahata).

0 commenti: