16 maggio 2020

Fievel sbarca in America (Don Bluth, 1986)

Fievel sbarca in America (An American Tail)
di Don Bluth – USA/Irlanda 1986
animazione tradizionale
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Rivisto in TV.

Per sfuggire alle continue persecuzioni da parte dei gatti cosacchi, una famiglia di topolini ebrei (i Toposkovich, Mousekewitz in originale) lascia la natìa Russia per trasferirsi negli Stati Uniti (perché sono convinti che "non ci sono gatti in America"). Durante il viaggio per mare, il piccolo Fievel è separato dal resto della sua famiglia, ma riesce comunque ad approdare a New York. Qui, sempre cercando di ritrovare i propri genitori, contribuirà alla lotta dei topi contro i gatti della città (ebbene sì, ce ne sono anche in America!). Prodotto da Steven Spielberg, il secondo lungometraggio di Don Bluth dopo "Brisby e il segreto di NIMH" è ambientato alla fine dell'Ottocento (si sta completando la costruzione della Statua della Libertà) e affronta il tema dell'immigrazione dal punto di vista di animali antropomorfi. Il parallelo con le vicende degli esseri umani – con i quali vivono fianco a fianco – è evidente, anche se a differenza per esempio del "Maus" di Art Spiegelman gli aspetti storici, sociali e politici tendono a rimanere sullo sfondo, mentre in superficie ci sono le peripezie avventurose e dickensiane del piccolo protagonista, rese più accattivanti al pubblico infantile dal consueto utilizzo di canzoni e spalle comiche. Il dinamismo e lo stile morbido dei disegni, ben diverso da quello più spigoloso e stilizzato in voga negli anni settanta o in televisione, guarda senza farne segreto ai cartoni animati della vecchia scuola: Bluth e Spielberg vollero infatti recuperare l'atmosfera vintage dei film Disney degli anni quaranta, anticipando in questo il rinascimento della casa di Burbank che sarebbe stato avviato a fine decennio. Non a caso proprio Bluth è considerato colui che seppe "riempire" con i suoi lavori il gap lasciato dalla Disney negli anni ottanta, dimostrando che nel settore dell'animazione cinematografica c'era posto anche per altri produttori (la Universal, che distribuì il film al cinema, non si occupava di cartoon da vent'anni!). Il soggetto è di David Kirschner, la sceneggiatura è degli scrittori per bambini Judy Freudberg e Tony Geiss: molte scene furono però eliminate per motivi di budget, rendendo certi passaggi affrettati e togliendo spessore ad alcuni personaggi minori. Musiche e canzoni (fra cui "Somewhere Out There", che vinse il Grammy e fu nominata agli Oscar) sono firmate da James Horner. Il successo del film (all'epoca fu la pellicola a cartoni animati non Disney con il maggior incasso al botteghino) e del successivo "Alla ricerca della Valle Incantata", oltre a dare vita a sequel ("Fievel conquista il west") e serie televisive, senza però la partecipazione di Bluth, spinse lo stesso Spielberg a creare una propria casa di produzione dedicata all'animazione, la Amblimation.

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