4 aprile 2020

La grande avventura del piccolo principe Valiant (I. Takahata, 1968)

La grande avventura del piccolo principe Valiant, aka
Il segreto della spada del sole (Taiyo no oji - Horusu no daiboken)
di Isao Takahata – Giappone 1968
animazione tradizionale
**1/2

Visto in divx.

Alla morte del padre, e armato della leggendaria "spada del sole", il giovane Hols parte verso il Nord per difendere gli abitanti di un villaggio dagli attacchi del demone Grunwald e dei suoi malvagi lupi argentati. Il nemico ordinerà alla propria sorella Hilda di infiltrarsi nel villaggio per carpire la fiducia di Hols e ucciderlo. Ma la ragazza, combattuta fra il bene e il male, finirà con l'aiutare il giovane eroe. Ambientato in un mondo scandinavo barbaro e fiabesco, popolato da mostri e animali parlanti, e realizzato (nel corso di tre anni!) quasi in totale autonomia creativa da un gruppo di giovani artisti dello studio d'animazione Toei (guidati dal direttore e supervisore dell'animazione Yasuo Otsuka), che dal canto suo ne consentì la lavorazione soltanto per andare incontro alle richieste dello staff in un periodo in cui lo studio era scosso da scioperi e rivendicazioni di vario genere (tanto che, una volta completato, ne boicottò la distribuzione nelle sale, dove rimase solo dieci giorni), questo film rappresenta uno spartiacque per l'industria dell'animazione giapponese. Innanzitutto si discosta notevolmente sia dagli altri lavori animati della Toei (e degli altri studi nipponici), che fino ad allora si rivolgevano a un pubblico esclusivamente infantile, sia dai coevi lungometraggi Disney, indicando la strada che farà la fortuna degli anime giapponesi negli anni a venire (storie più adulte e complesse, ricche di energia e di azione, con personaggi moralmente ambigui, temi politici e sociali, e violenza stilizzata). Inoltre segna l'inizio della lunga collaborazione fra Isao Takahata (all'esordio nella regia) e Hayao Miyazaki (qui animatore e disegnatore delle scene), che anni più tardi avrebbero dato vita allo Studio Ghibli. In effetti molti elementi sembrano anticipare i lavori successivi del duo, e in particolare di Miyazaki. Il protagonista, e l'incipit della pellicola, non possono non ricordare la serie televisiva "Conan il ragazzo del futuro". Gli scenari fantasy anticipano "Nausicaä della valle del vento", e non mancano suggestioni che torneranno in "Laputa", mentre il complesso personaggio femminile di Hilda (che da metà film in poi diventa di fatto la protagonista) sembra quasi l'archetipo dell'eroina miyazakiana che ritroveremo un po' ovunque: da Lana di "Conan" alla Clarissa de "Il castello di Cagliostro". Se Hols ha una caratterizzazione piuttosto semplice (come semplici e stilizzati sono i disegni, a volte poco più che bozzetti: attenzione, semplici ma non piatti o scialbi, anzi assai efficaci!), Hilda è sicuramente il personaggio più originale e memorabile di una pellicola che nel suo piccolo ha avuto un forte impatto sul mondo dell'animazione giapponese. Nonostante il nome del protagonista sia chiaramente Hols (o Horus, come il dio egizio, nella versione in lingua inglese), il titolo italiano – e solo il titolo! – lo identifica inspiegabilmente come "principe Valiant", attribuendogli il nome del personaggio del celebre fumetto di Hal Foster.

2 commenti:

Clarke è vivo ha detto...

Incantevole storia, che vorrei vedere.

Christian ha detto...

Oltre a essere valido di per sé, è un film interessante per chi voglia scorprire le "origini" del cinema di Takahata e Miyazaki!