2 marzo 2020

Quasi nemici (Yvan Attal, 2017)

Quasi nemici - L'importante è avere ragione (Le brio)
di Yvan Attal – Francia 2017
con Camélia Jordana, Daniel Auteuil
**1/2

Visto in divx.

Neïla Salah (Jordana), giovane e impulsiva immigrata di seconda (o terza?) generazione, sogna di emanciparsi dalla banlieue in cui vive iscrivendosi alla facoltà di legge in una delle più prestigiose università di Parigi. Qui si "scontra" subito, e a più riprese, con il professor Pierre Mazard (Auteuil), docente dal carattere schietto e controverso, che non si premura di nascondere le proprie idee scioviniste, lanciando agli studenti, durante le lezioni, punzecchiamenti razzisti e battute politicamente scorrette a getto continuo. Ma i due saranno costretti a collaborare da vicino (e a comprendersi meglio a vicenda) quando a Mazard, per evitare un procedimento disciplinare, viene ordinato di preparare personalmente Neïla affinché partecipi all'annuale "concorso di retorica" riservato agli studenti del primo anno di varie università del paese. Se il primo insegnamento dell'uomo è: "Quello che conta è solo avere ragione, della verità chi se ne frega", l'ultimo sarà invece "Quando si parla bene si dimentica come dire le cose in modo semplice" (avvalorato da una frase di Mounir, l'amico d'infanzia di cui Neïla è innamorata: "Lo sai, parlo male ma almeno dico quello che penso"). E mentre la ragazza si fa sempre più raffinata nell'esprimersi e anche nel presentarsi (per esempio, nel modo di vestire), con il suo "pigmalione" (siamo infatti dalle parti di "My fair lady") che la vede trarre profitto dell'arte dell'eloquenza per farsi strada nella vita, diventando progressivamente capace di controllare le proprie emozioni anche in pubblico (come quando è costretta a recitare in metropolitana il monologo del "Giulio Cesare"), anche lei capisce che le provocazioni dell'uomo sono, in un certo senso, la messa in atto di quegli artifici di retorica (compreso l'insulto) che le insegna, spesso mirati a suscitare reazione e indignazione nell'uditorio. Costruito su una struttura di impostazione classica, alla fine il film è forse più innocuo di quanto le premesse avessero fatto intendere, ma comunque garantisce una visione piacevole. Il titolo italiano vuole riecheggiare quello di un'altra pellicola francese, il fortunato (al botteghino) "Quasi amici".

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