15 ottobre 2019

Profondo rosso (Dario Argento, 1975)

Profondo rosso
di Dario Argento – Italia 1975
con David Hemmings, Daria Nicolodi
***1/2

Rivisto in divx.

Marc Daly (David Hemmings), pianista jazz britannico di stanza a Roma, assiste casualmente all'omicidio della sua vicina di casa, la sensitiva tedesca Helga Ulmann (Macha Méril). Convinto che gli sia sfuggito un particolare fondamentale per individuare l'assassino, decide di indagare insieme alla giornalista Gianna (Daria Nicolodi): e scoprirà che il delitto è forse legato a inquietanti eventi che sono accaduti venticinque anni prima in una villa gotica fuori città, ora abbandonata... Forse il film più famoso di Dario Argento, nonché il suo primo vero capolavoro, "Profondo rosso" è un punto di passaggio nella filmografia del regista romano, prima di virare definitivamente verso l'horror soprannaturale con il successivo "Suspiria". Qui il modello è ancora quello del giallo investigativo, come nelle precedenti pellicole della "trilogia degli animali", dalle quali recupera stilemi e ingredienti (tanto che in un primo momento il film avrebbe dovuto intitolarsi "La tigre dai denti a sciabola", esplicitando la sua appartenenza al medesimo genere), pur con una spruzzatina di paranormale (la sensitiva tedesca aveva percepito le intenzioni malvagie del suo assassino, presente fra il pubblico, durante un convegno di parapsicologia). Ma la storia – scritta insieme a Bernardino Zapponi – è decisamente più accattivante e coerente rispetto ai lavori precedenti (con un finale che giunge a sorpresa, ma anticipato da numerosi indizi), ed è arricchita da molte sequenze ad effetto e da momenti ricchi di tensione, a tratti terrorizzanti e comunque difficili da dimenticare: non solo i delitti e le morti macabre e violente, anche piuttosto esplicite visivamente, ma pure la scena dello specchio che rivela il volto dell'assassino, e in generale l'atmosfera che lega i delitti ai traumi infantili (anche grazie all'inquietante canzoncina che funge da motivo conduttore e svolge un ruolo di primo piano nella risoluzione della vicenda). Quanto allo stile di regia e fotografia, prosegue il percorso di Argento sulla strada dell'espressionismo e della stilizzazione barocca, enfatizzando le angolazioni delle inquadrature, i movimenti di camera, i colori accesi (in particolare, ovviamente, il rosso del sangue, talmente acceso da risultare innaturale). Fra gli elementi iconici che più di altri hanno contribuito al successo del film va infine ricordata la colonna sonora di Giorgio Gaslini e dei Goblin, ricca di insolite sonorità elettroniche.

E allora è facile passare sopra ai difetti, alcuni dei quali forse congeniti al suo genere, come l'evidente meccanicità della trama, lo scarso approfondimento dei personaggi, e il fatto che la storia si trascini un po' nella parte centrale, tirando per le lunghe la tensione. Forse per questo, nelle versioni per il mercato internazionale sono state eliminate le sequenze relative alle "schermaglie" amorose fra Marc e Gianna, alcune delle quali ricordano le battaglie fra i sessi delle commedie slapstick degli anni quaranta: in effetti tutto il personaggio della giornalista, con la sua sigaretta e i suoi abiti, sembra uscire da una pellicola di quell'epoca, magari da un noir. E sempre al passato, o forse a un periodo fuori dal tempo, guardano le scenografie con l'uso di set e location meticolosamente studiate (la villa abbandonata, ovviamente, ma anche la casa di Helga con la galleria di dipinti inquietanti e le strade di Roma notturne e vuote). A questo proposito, è da notare che in realtà gran parte del film è stato girato a Torino: qui si trovano la villa e anche la piazza in cui Marc e Carlo sentono l'urlo di Helga (è la piazza CLN, con la statua del fiume Po, dove ha sede il Blue Bar che Argento fece costruire appositamente, ispirandosi al celebre dipinto "Nighthawks" di Edward Hopper). David Hemmings era noto in Italia per aver girato nel 1966 "Blow-up" di Antonioni. La Nicolodi, al suo primo film con Argento, divenne la compagna del regista (e la madre di sua figlia Asia, nata proprio nel 1975). Il resto del cast comprende Gabriele Lavia (Carlo, l'amico e collega alcolizzato di Marc), Eros Pagni (il commissario di polizia, ispirato forse al Volonté di "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto"), Glauco Mauri (il professor Giordani) e Clara Calamai, attrice popolare negli anni trenta e quaranta (qui alla sua ultima apparizione sul grande schermo), che Argento volle per il ruolo della madre di Carlo: la casa e le foto che si vedono nel film sono davvero le sue. Altre curiosità: il travestito omosessuale è interpretato da una donna, Geraldine Hooper. Olga, la figlia del custode, è Nicoletta Elmi, nipote della conduttrice televisiva Maria Giovanna Elmi. Agli effetti speciali ha collaborato Carlo Rambaldi. Il film ispirerà fra gli altri John Carpenter (che per il suo "Halloween" gli si dichiarerà debitore) e Quentin Tarantino.

2 commenti:

MikiMoz ha detto...

Mi ritenevo un vero cultore di Profondo Rosso, ma scopro qui, ora, da te, un dettaglio che non conoscevo: il travestito era una donna.
Non lo avrei mai detto.
Per me IL capolavoro del giallo (fa il paio, anzi il trio, con La Casa di Avati e il Paperino di Fulci).

Moz-

Christian ha detto...

Sì, il doppiatore (maschile) inganna, ma è una donna che si veste da uomo che si veste da donna (come Victor Victoria, praticamente!). ˆˆ