27 settembre 2019

Saturday fiction (Lou Ye, 2019)

Saturday fiction (Lan xin da ju yuan), aka Teatro Lyceum
di Lou Ye – Cina 2019
con Gong Li, Mark Chao
*1/2

Visto al cinema CityLife Anteo, con Viviana, in originale con sottotitoli (rassegna di Venezia).

Nel dicembre del 1941, l'attrice Jean Yu (Gong Li) torna nella Shanghai occupata dai giapponesi (con l'eccezione delle poche zone sotto il controllo delle potenze europee), ufficialmente per prendere parte a una rappresentazione teatrale diretta da Tan Ma (Mark Chao), suo amante di un tempo, e ufficiosamente per perorare la causa dell'ex marito, dissidente prigioniero dei nipponici. In realtà la donna è una spia al servizio degli alleati, e il suo compito è quello di estorcere ad un alto ufficiale giapponese (Joe Odagiri) quale sarà il luogo dell'imminente attacco del paese del Sol Levante nel Pacifico. Un confuso film di spionaggio, incredibilmente noioso, con personaggi dalla caratterizzazione inesistente o ballerina, svolte poco chiare o implausibili, una regia mediocre che cerca di costruire l'atmosfera attraverso una fotografia in bianco e nero cupa e livida, e una fastidiosissima camera a mano sempre in movimento. Sprecata l'ottima Gong Li, costretta a un certo punto a trasformarsi in Rambo, prima di un finale prolungato che sembra non voler terminare più. Mai si percepisce l'afflato della storia, immersi come siamo in una ragnatela di intrighi spionistici di quart'ordine, in balia di personaggi con cui è difficile empatizzare (e di cui in fondo ci importa ben poco), anche per via di una forma stilistica pretenziosa (vedi la patina noir) e ammiccante alla Nouvelle Vague. Nel cast anche Huang Xiangli e Pascal Greggory.

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