15 settembre 2019

Non si uccidono così anche i cavalli? (S. Pollack, 1969)

Non si uccidono così anche i cavalli? (They shoot horses, don't they?)
di Sydney Pollack – USA 1969
con Jane Fonda, Michael Sarrazin
***

Visto in divx alla Fogona, con Marisa.

Nell'America colpita della grande depressione (siamo nel 1932), un locale organizza una maratona di ballo che richiede alle coppie partecipanti di danzare ininterrottamente per giorni e giorni (anzi, addirittura settimane), con appena dieci minuti di sosta ogni due ore. A partecipare sono soprattutto disperati e disoccupati, attratti non solo dal premio di 1500 dollari in palio ma soprattutto dal vitto offerto gratuitamente ai concorrenti. Fra di loro troviamo la coppia estemporanea formata dalla scostante Gloria (Fonda), che dalla vita ha già ricevuto una nutrita dose di sconfitte e disillusioni, e dall'ingenuo Robert (Sarrazin), un ragazzo che vagabonda senza meta e “che non sa dire di no”. Tratto dal romanzo del 1935 di Horace McCoy, il film segue il progredire della gara, sempre più estenuante man mano che passano i giorni, resa ancora più difficile (ma più spettacolare per il pubblico che si affolla a seguirla) dalle occasionali e massacranti “prove” supplementari, come le corse a eliminazione. E naturalmente, spogliato da tutto il piacere e il divertimento (almeno per i contendenti), il ballo diventa una travagliata metafora della vita (con tanto di coppie che si formano, si rompono e si ricongiungono, di nascite – una delle partecipanti è incinta – e di morti). Susannah York è la platinata inglese Alice, che spera inutilmente che fra il pubblico ci sia qualche pezzo grosso di Hollywood a notarla (il fascino del cinema e del suo mondo dorato, specie in California dove si svolge la storia, è onnipresente), Red Buttons è l'anziano marinaio, Gig Young (premiato con l'Oscar al miglior attore non protagonista: la pellicola ebbe in totale nove nomination) è l'ambiguo proprietario del locale e organizzatore della gara. La struttura del film alterna le scene del ballo a quelli che sembrerebbero alcuni flashback del passato di Robert (ma solo nel finale scopriremo che sono invece flashforward).

1 commento:

Marisa ha detto...

Film molto interessante in cui l'amplificazione che offre l'America è l'occasione per riflettere sulle perverse tecniche di intrattenimento in cui il divertimento maggiore è la sofferenza e il dolore degli altri...