16 settembre 2019

In nome del popolo italiano (Dino Risi, 1971)

In nome del popolo italiano
di Dino Risi – Italia 1971
con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman
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Visto in divx alla Fogona.

Il giudice istruttore Mariano Bonifazi (Tognazzi) vede nell'imprenditore Lorenzo Santenocito (Gassman) tutto quello che combatte con severità e solerzia: l'arroganza del potere, l'arricchimento ai danni della comunità, la disonestà, la corruzione, la spregiudicatezza nel commettere abusi edilizi e nell'inquinare l'ambiente, le mani in pasta in mille affari di grande e piccolo calibro. Come se non bastasse, Santenocito è un ex fascista (mentre Bonifazi è di sinistra), e questo ne fa un avversario anche dal punto di vista ideologico. Tanto basta per concentrare su di lui le indagini sulla morte di una giovane prostituta d'alto bordo (Ely Galleani) che Santenocito non solo frequentava, ma di cui si serviva per “ammorbidire” le trattative d'affari durante cene e festini. L'alibi dell'uomo per la sera in questione non regge: ma sarà davvero colpevole? Nonostante qualche personaggio minore un po' caricaturale (il medico legale, l'archivista del tribunale che cita Belli, il cameriere gay), i toni non sono quelli della commedia o della satira: strutturato come un giallo (soltanto nel finale scopriremo la verità sulla morte della ragazza) e basato sullo scontro fra due personalità contrapposte, il film fa riflettere su come il boom economico abbia prodotto una categoria di imprenditori che sfruttano ogni occasione, legale o meno, per arricchirsi (come i palazzinari de “Le mani sulla città”), nell'indifferenza se non con la complicità della società civile. Tanto che Bonifazi si trova a riflettere amaramente se quel “popolo italiano” in nome del quale la giustizia emette le sue sentenze – e che sembra trovare una propria unità soltanto di fronte alle vittorie calcistiche, per di più non senza manifestazioni di teppismo e volgarità – meriti davvero di essere tutelato e protetto. Di fatto Santenocito è un Berlusconi prima di Berlusconi (manca soltanto la discesa in politica, per il resto c'è tutto: dagli appoggi altolocati alle “cene eleganti”). Soggetto e sceneggiatura sono di Age e Scarpelli, la musica è di Carlo Rustichelli.

1 commento:

Marisa ha detto...

Non solo anticipa Berlusconi, ma mostra la genesi di tutto il "berlusconismo", che non riesce ancora ad essere smascherato completamente e superato...