9 agosto 2019

L'auberge ensorcelée (Georges Méliès, 1897)

La locanda stregata (L'auberge ensorcelée)
di Georges Méliès – Francia 1897
con Georges Méliès

Visto su YouTube.

Un uomo è alle prese con una camera d'albergo “infestata”, fra oggetti che si muovono (compresi i suoi capi di vestiario), che spariscono o si teletrasportano, come se fossero mossi da spiriti invisibili e dispettosi. A parte alcuni trucchi di montaggio (la sparizione della sedia o del letto, ottenute con il metodo ormai collaudato dell'arresto della ripresa), gli effetti speciali non hanno molto di innovativo (i vestiti del protagonista, per esempio, si muovono perché attaccati a un filo). E anche narrativamente non c'è una vera spiegazione alle cause di questo fenomeno di poltergeist, che è lasciato all'immaginazione dello spettatore (un fantasma dispettoso?). Ma lo sketch della camera infestata, con gli inevitabili effetti comici dovuti alle reazioni del malcapitato ospite (che “subisce” i vari scherzi senza mai fuggire, se non alla fine della pellicola), farà presa nell'immaginario dei primi cineasti, tanto da essere riproposto più volte negli anni a venire, in forme sempre più sofisticate: lo stesso Méliès (che qui interpreta il protagonista) ci tornerà su nel 1903 con “L'auberge du bon repos” e nel 1905 con “Le diable noir”, mentre successivamente sarà la volta – fra gli altri – di James Stuart Blackton (“The haunted hotel”, 1907) e Segundo de Chomón ("La maison ensorcelée", 1908, remake del precedente).

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