16 agosto 2019

L'affaire Dreyfus (Georges Méliès, 1899)

L'affaire Dreyfus
di Georges Méliès – Francia 1899
con Georges Méliès
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Visto su YouTube.

Una ricostruzione filmata dello scandalo Dreyfus, dal nome dell'ufficiale dell'esercito francese (di origine ebrea) accusato di alto tradimento e condannato all'esilio, nonostante numerose prove ne dimostrassero invece l'innocenza. Il caso, anche per via della celebre lettera aperta di Émile Zola ("J'accuse"), ebbe una forte risonanza mediatica e divise ferocemente per anni l'opinione pubblica francese. È dunque perfettamente naturale che anche il "giovane" cinematografo, nato da pochi anni, si inserisse nel dibattito con questa serie di "actualités ricostruite". Méliès ripropone le vicende del caso (per una volta in chiave realista, mettendo da parte gli elementi fantasy e i trucchi teatrali da illusionista, anche se non mancano comunque i fondali dipinti e alcuni "effetti speciali") in 11 segmenti da un minuto ciascuno (di cui ne sopravvivono 9): dall'arresto di Alfred Dreyfus al suo esilio sull'Isola del Diavolo, dal suicidio del colonnello Henry (uno dei "cospiratori") all'attentato contro l'avvocato Labori, dal ritorno di Dreyfus in Francia fino al processo a Rennes, e persino le zuffe fra giornalisti di destra e di sinistra (ma per comprendere meglio le vicende, a uno spettatore moderno non farebbe male prima un ripassino degli eventi storici). La maggior parte delle scene sono statiche, poco più che dei tableaux vivants, ma alcune (come quella dei giornalisti succitati) sono maggiormente dinamiche e vedono gli attori passare dal campo lungo al primo piano o avvicinarsi fino alla macchina da presa. Se i singoli film non fossero stati pensati per essere venduti – e proiettati – separatamente, si tratterebbe della pellicola più lunga realizzata dal regista francese fino a quel momento: per come è, invece, il primato andrà alla "Cenerentola", realizzata qualche mese più tardi. In ogni caso, può essere considerato quantomeno il primo serial della storia del cinema. È inoltre praticamente un instant movie, essendo stato girato mentre il processo di Dreyfus a Rennes era ancora in corso e l'interesse del pubblico per la vicenda era ai massimi livelli (tanto che anche la Pathé, casa cinematografica rivale della Star Film, mise in cantiere una versione filmata dell'affaire, forse girata da Ferdinand Zecca). Méliès dichiarò di aver voluto fornire una rappresentazione oggettiva e neutrale degli eventi, ma è evidente come – da buon intellettuale – le sue simpatie vadano a Dreyfus (e il fatto che si sia ritagliato per sé il ruolo di Fernand Labori non fa che confermarlo). L'attore che interpreta il protagonista era un operaio di un'officina, scelto perché gli somigliava parecchio: la leggenda vuole che alcuni spettatori, quando il film venne proiettato fuori dalla Francia, credettero di assistere a riprese di eventi reali.

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