12 agosto 2019

La Luna a un metro (G. Méliès, 1898)

La Luna a un metro (La Lune à un mètre)
di Georges Méliès – Francia 1898
con Georges Méliès
**1/2

Visto su YouTube.

Film fra i più ambiziosi girati da Méliès fino ad allora, e di lunghezza tripla (tre minuti) rispetto al solito, tanto che nel catalogo della Star Film (la sua società di distribuzione) occupa tre numeri anziché uno solo, 160-162 (come in precedenza era capitato anche per "Le manoir du diable" e "Le cabinet de Méphistophélès", quest'ultimo andato perduto). La pellicola è degna di nota anche perché introduce nella filmografia del regista francese alcuni dei temi che caratterizzeranno i suoi lavori più famosi, "Viaggio nella Luna" e "Viaggio attraverso l'impossibile". Il protagonista è un vecchio astronomo (vestito come uno stregone), intento a osservare la Luna con un enorme telescopio nella sua torre. Mentre lavora allo scrittoio, è visitato a sua insaputa dapprima da un demonio e poi da una donna (forse una personificazione della déa lunare, visto che sulla fronte ne porta il simbolo) che scaccia quest'ultimo. L'astronomo traccia uno schizzo della Terra e della Luna sulla sua lavagna, ma i disegni si animano (è una delle prime istanze di "disegno animato" nella storia del cinema!) e la Luna sembra avvicinarsi alla Terra. Infatti, poco dopo, eccola lì: un'enorme Luna, con tanto di occhi e di bocca in movimento, si affaccia dalla finestra dell'osservatorio, e divora il telescopio dell'astronomo! Dalla bocca del satellite escono dei bambini-Pierrot, che cominciano a ballare e a creare scompiglio, ma l'astronomo li ributta dentro la bocca, dopodiché cerca di scacciare la Luna a colpi di scopa o lanciandole dei mobili (!), apparentemente riuscendoci. A questo punto in cielo è rimasta solo una sottile falce lunare, sulla quale appare una bellissima donna velata, che l'astronomo inutilmente cerca di afferrare. Di colpo ritorna il faccione gigante, che lo inghiotte e lo risputa fuori a pezzi. Riappare il diavolo, esultante, ma la déa della Luna lo caccia nuovamente e "ricompone" l'astronomo, pezzo dopo pezzo. Questi infine si risveglia sulla sua seggiola: è stato solo un sogno? Fantastico, surreale, dal ritmo frenetico e convulso (le apparizioni improvvise della Luna-faccione fanno ancora oggi saltare dalla poltrona), il film è stato realizzato attraverso la consueta commistione di trucchi cinematografici (la sostituzione e il jump cut) e teatrali (i fondali dipinti, il faccione di cartone semovente). La Luna vista come un enorme volto con tanto di occhi e bocca era già apparsa nel precedente "Le cauchemar" (1896), e la rivedremo nel film più famoso di Méliès, "Viaggio nella Luna" del 1902. Come per molti lavori del regista francese, esistono versioni della pellicola colorate a mano, fotogramma per fotogramma.

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