6 agosto 2019

La donna che scompare (G. Méliès, 1896)

La donna che scompare
(Escamotage d'une dame chez Robert-Houdin)
di Georges Méliès – Francia 1896
con Georges Méliès, Jehanne d'Alcy

Visto su YouTube.

Se alcuni dei primi film di Méliès (come il suo primo lavoro in assoluto, "Una partita a carte") erano copie o varianti di quelli di Louis Lumière che tanto successo riscuotevano presso il pubblico del Grand Cafè (si dice che richiamassero duemila spettatori al giorno!), quasi subito il cineasta parigino comincia a sperimentare con la nuova invenzione e a scoprirne le incredibili potenzialità, sfruttando l'esperienza da illusionista e l'amore per il teatro e lo spettacolo. Utilizza così alcuni semplici trucchi ottici in funzione di "effetto speciale" per portare sullo schermo i classici numeri da prestigiatore. Ne "La donna che scompare", per esempio, le tecniche del montaggio invisibile attraverso l'arresto della ripresa e la sostituzione (stop action e jump cut) permettono di far sparire la donna sotto gli occhi degli spettatori, facendo poi ricomparire dapprima il suo scheletro (fingendo che si tratti di un errore del mago!) e infine lei per intero. Data la novità, l'effetto sul pubblico fu subito dirompente, anche se è evidente come le tecniche siano ancora semplici e la realizzazione non sia proprio perfetta: si vede la donna "sparire" già qualche fotogramma prima che il prestigiatore sollevi il telo (i film successivi dello stesso tipo, come "Illusions fantasmagoriques" del 1898 o "L'illusionniste fin de siècle" del 1899, mostreranno molti passi in avanti). A eseguire il numero, sul palco del teatro Robert-Houdin (citato direttamente nel titolo originale e che prendeva il nome dal celebre illusionista ottocentesco che lo aveva fondato, prima che Méliès lo acquistasse), è lo stesso regista, mentre la donna che scompare, Jehanne d'Alcy, sarà una presenza ricorrente nei suoi film e diventerà poi la sua seconda moglie.

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