30 agosto 2019

Histoire d'un crime (Ferdinand Zecca, 1901)

Storia di un crimine (Histoire d'un crime)
di Ferdinand Zecca – Francia 1901
con Jean Liézer
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Visto su YouTube.

Un rapinatore svaligia una banca, non prima di aver ucciso il guardiano notturno che dormiva nel suo letto a fianco della cassaforte. Si dà poi ai bagordi, ma viene arrestato. Dapprima nega la propria colpevolezza, ma condotto davanti al cadavere dell'uomo che ha ucciso finisce col crollare. Mentre attende in prigione, sogna alcuni episodi della sua vita passata: proiettate sul muro della cella, assistiamo infatti a scene di vita familiare. Infine, condotto sul patibolo, viene giustiziato.

Nato in una famiglia di teatranti e commedianti parigini, Ferdinand Zecca aveva mosso i primi passi nel mondo del cinema sperimentando con il sonoro ("Le muet mélomane" e "Les méfaits d'une tête de veau", entrambi del 1899). Per la Pathé, storica casa di produzione fondata nel 1896, realizza diverse pellicole (inizialmente ispirandosi ai lavori dei colleghi inglesi come George Albert Smith e James Williamson), diventandone il nome di punta sia come regista che come attore e scenografo. Questo "Histoire d'un crime" è uno dei suoi film più importanti, anche da un punto di vista di evoluzione del linguaggio cinematografico, visto che è uno dei primi a utilizzare un flashback in funzione drammatica (il "sogno" del carcerato con momenti della sua vita precedente, compreso quello in cui prende la decisione di commettere la rapina) e dunque a presentare – forse per la prima volta in assoluto – una narrazione non lineare. Da notare anche l'uso delle transizioni in dissolvenza. La recitazione, com'era ancora consuetudine per l'epoca, è estremamente enfatica, mentre la profondità di campo è ottenuta per mezzo di fondali dipinti. Una curiosità: durante le proiezioni, alle donne e ai bambini era consentito di uscire prima dell'ultima scena del film, quella in cui il ladro viene ghigliottinato, considerata evidentemente troppo "forte" e impressionante. Anche perché la vicenda ha toni realistici (è un fatto di cronaca, dopotutto), senza elementi "magici" come nei contemporanei lavori di Méliès, tanto che gli effetti speciali (la sovrimpressione, il passaggio dal fondale dipinto a quello reale) non servono a stuzzicare la fantasia dello spettatore ma solo ad accrescere la tensione drammatica di una vera e propria crime story. Due anni più tardi, nel 1903, Zecca supervisionerà e dirigerà insieme a Lucien Nonguet uno dei primi kolossal dell'epoca: "La vie et la passion de Jésus-Christ". In seguito, diventerà direttore artistico e poi amministratore della Pathé, interrompendo la carriera di regista.

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