4 maggio 2019

4 mosche di velluto grigio (D. Argento, 1971)

4 mosche di velluto grigio
di Dario Argento – Italia/Francia 1971
con Michael Brandon, Mimsy Farmer
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Visto in divx.

Il musicista rock Roberto Tobias (Brandon) uccide un uomo senza volerlo – o almeno così crede – e inizia ad essere preso di mira e ricattato da qualcuno che ha fotografato tutto. Terzo capitolo, cupo e claustrofobico, della cosiddetta "trilogia degli animali" di Dario Argento, costruito su un canovaccio simile ai due lavori precedenti: un misterioso assassino seriale e psicopatico (la cui identità viene svelata solo nel finale), un'ambientazione urbana e quotidiana, la ricerca del gimmick, un protagonista senza particolari qualità, comprimari eccentrici e dalla caratterizzazione macchiettistica. Ma il cinema del regista comincia a tingersi di horror, e a farsi sempre più espressionistico: significativo l'omaggio a Fritz Lang, che dà il nome alla strada (fittizia) dove abita Roberto con la moglie Nina (Farmer), mentre la "Città" in cui risiede è un misto di Torino, Roma, Milano (la metropolitana), Spoleto (il teatro) e Tivoli (il parco). Compaiono anche i primi elementi soprannaturali, sotto forma dell'incubo ricorrente con la decapitazione in una piazza araba. Straniante vedere Bud Spencer in un ruolo "serio", quello di Dio(mede), il barbone consigliere. Jean-Pierre Marielle è Arrosio, l'investigatore gay. Francine Racette è Dalia, cugina di Nina e amante di Roberto, nella cui retina rimane impressa l'ultima immagine vista prima di essere uccisa, ovvero le quattro mosche del titolo, che porteranno all'identificazione dell'assassino. Nel cast anche Stefano Satta Flores, Marisa Fabbri, Oreste Lionello e Calisto Calisti. È rimasta celebre la sequenza finale, girata a 18.000 frame per secondo. Musica di Ennio Morricone, già autore di quella dei due film precedenti, ma che litigò con Argento e non lavorò più con lui fino al 1996 ("La sindrome di Stendhal"). Inizialmente il regista avrebbe voluto scritturare i Deep Purple, ma dovette rinunciarvi per questioni legate ai finanziamenti pubblici.

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