21 aprile 2019

Ant-Man and the Wasp (P. Reed, 2018)

Ant-Man and the Wasp (id.)
di Peyton Reed – USA 2018
con Paul Rudd, Evangeline Lilly
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Visto in divx.

Agli arresti domiciliari dopo gli eventi di "Captain America: Civil War", Scott Lang (Rudd) viene contattato nuovamente dallo scienziato Hank Pym (Michael Douglas) e dalla figlia Hope van Dyne (Evangeline Lilly), che chiedono il suo aiuto per recuperare la rispettiva moglie e madre Janet (Michelle Pfeiffer), prigioniera da trent'anni nel "mondo quantico" dopo essersi rimpicciolita a livello subatomico. Scott è così costretto a rivestire i (minuscoli) panni di Ant-Man, coadiuvato da Hope in quelli dell'eroina alata Wasp, per vedersela con il misterioso Fantasma, ovvero Ava Starr (Hannah John-Kamen), figlia di un ex collega di Pym, che vuole mettere le mani sulla sua tecnologia per stabilizzare il proprio corpo "fuori fase". Il secondo lungometraggio dedicato al meno popolare degli eroi Marvel creati da Stan Lee (che fa il suo consueto cameo, nel ruolo dell'uomo cui viene rimpicciolita la macchina) è sulla falsariga del precedente: leggero, infantile e incentrato sui temi del rapporto fra padri e figli (o meglio, figlie: quello fra Scott e la sua piccola Cassie, quello fra Pym e Hope, quello fra Ava e il padre Elihas Starr/Testa d'Uovo). Ma a parte qualche battuta divertente nei dialoghi ("Hai avuto una correlazione con lei!" - "Non lo farei mai, ti rispetto troppo!" - "Correlazione quantistica, Scott!"), l'umorismo slapstick è piuttosto blando, la sceneggiatura è colma di technobabble e le scene d'azione per le strade di San Francisco mai veramente innovative (basate soltanto sul continuo rimpicciolimento e ingrandimento di persone od oggetti). Manca persino un vero cattivo (se non consideriamo la banda di malviventi pasticcioni, guidata da Sonny Burch, che vogliono mettere le mani sul sofisticato laboratorio di Pym). E nonostante il titolo, Wasp resta una comprimaria. Ne risulta probabilmente il più insignificante di tutti i film dei Marvel Studios, per quanto sicuramente più divertente di alcuni film degli Avengers. Più che supereroi, le tute dei due protagonisti ricordano alcuni eroi giapponesi come Kamen Rider o Ultraman. Laurence Fishburne è Bill Foster (l'ex Golia), Randall Park è l'agente dell'FBI Jimmy Woo. Dal primo film tornano anche le spalle comiche, in particolare Michael Peña nel ruolo dell'amico Luis. Oltre ai tanti riferimenti nei dialoghi a "Civil War", il controfinale si collega ad "Avengers: Infinity War".

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