15 marzo 2019

Primo amore (Matteo Garrone, 2004)

Primo amore
di Matteo Garrone – Italia 2004
con Vitaliano Trevisan, Michela Cescon
***

Rivisto in divx.

Vittorio (Trevisan), piccolo artigiano orafo, è ossessionato dalla magrezza femminile. E quando comincia a frequentare Sonia (Cescon), commessa e modella in una scuola d'arte, la spinge a perdere sempre più peso, cosa che la ragazza accetta di fare per amore: una sorta di "anoressia imposta" che mette a repentaglio non solo la sua salute ma anche i legami sociali e professionali di entrambi... Dopo "L'imbalsamatore", Garrone firma un'altra storia di ossessioni: per Vittorio è il tentativo di plasmare la sua donna a proprio desiderio, esattamente come fa con gli oggetti e i monili d'oro nel suo laboratorio (è una sorta di pigmalione alchemico e dietologo, che insegue una propria idea di perfezione o purificazione). Sonia, dal suo canto, è una vittima-succube del suo fidanzato, che in nome di un amore malsano si lascia modellare a piacimento da lui senza opporre alcuna resistenza, quasi annullando la propria volontà. Non si tratta di una vera e propria costrizione, quanto di una persuasione o di una pressione psicologica, che porta la ragazza a perdere le proprie certezze e a sentirsi giudicata e a disagio. La patologia di Vittorio lo rende invece un parassita che si realizza nel plasmare gli altri anziché nel lavorare su sé stesso (le sedute dallo psicologo che intravediamo ogni tanto non paiono avere frutti): in fondo anche la sua attività, il laboratorio di oreficeria, è stato ereditato dal padre e non è frutto di una sua iniziativa. E più si va avanti, più i personaggi si isolano nel proprio rapporto malsano, irrimediabilmente dipendenti l'uno dall'altra. Fra le scene migliori, quella al ristorante nel quale Sonia non ce la fa più e cede di colpo alla tentazione di mangiare dal piatto del compagno. La pellicola è girata e ambientata a Vicenza (e dintorni). Belle le musiche d'atmosfera della Banda Osiris. Un piccolo gioiellino di analisi psicopatologica, ben recitato e diretto con eleganza. Peccato per il sonoro in presa diretta, che aiuta a caratterizzare i personaggi in chiave realistica ma rende talvolta poco intelleggibili le battute.

1 commento:

Marisa ha detto...

Grande film, anche se necessariamente disturbante, perchè è uno dei rari film in cui si cerca di esplorare senza ipocrisie il mondo della psicopatia che coinvolge due persone e le rispecchia in modo simmetrico. Infatti la rete che ci unisce agli altri e soprattutto al partner erotico-sessuale è molto complessa ed ambigua e c'è sempre una complicità più o meno inconscia che lega vittima e carnefice, anche se ci fa comodo semplificare il tutto e individuare il mostro. Va da sè che questo non vuol dire che non ci siano differenze nelle responsabilità e la debolezza o fragilità di uno dei due, spesso la donna, non può essere una scusante per la violenza e la sopraffazione, anzi ne è un'aggravante, come abusare dei bambini, anche quando sembrano mostrarsi compiacenti per accontentare gli adulti di cui si fidano...