4 febbraio 2019

La ballata di Buster Scruggs (J. ed E. Coen, 2018)

La ballata di Buster Scruggs (The ballad of Buster Scruggs)
di Joel ed Ethan Coen – USA 2018
con Tim Blake Nelson, Zoe Kazan
*1/2

Visto in TV.

Sei episodi ambientati "al tempo della frontiera americana" (ma di storia del west non c'è nulla, siamo ai limiti della leggenda) per il secondo western dei fratelli Coen dopo "Il grinta", un'antologia altamente diseguale, con continui cambi di registro: si passa dalla parodia (o dalla farsa) al dramma, dall'apologo morale all'avventura, con strizzatine d'occhio un po' a tutti i generi (e ai periodi cinematografici) del western, dagli irrealistici cowboy canterini dei primordi ai più sporchi film revisionisti degli anni settanta. A prevalere però è il solito post-modernismo dei Coen, quel guazzabuglio "tarantiniano" e indistinto di cliché rimasticati e di scenari stereotipati, con personaggi dalla caratterizzazione debolissima (a volte assente, vedi il secondo segmento) e con il succedersi di eventi quasi random, che porta a conclusioni anticlimatiche. Ne risultano così episodi scarni, inconcludenti, stiracchiati, quando non decisamente noiosi (perché i tempi lunghi non riescono a costruire la necessaria tensione: non tutti nascono Sergio Leone!), che lasciano lo spettatore a domandarsi che cosa volessero dire gli autori (se mai volevano davvero dire qualcosa: diffido da sempre di quei critici che si sforzano in ogni modo di trovare per forza dei significati nelle opere dei due fratelli). Molto deludente la fotografia digitale. In ogni caso, l'unico episodio che si può dire valido è il quinto, gli altri lasciano più o meno tutti il tempo che trovano.

"La ballata di Buster Scruggs", con Tim Blake Nelson e Willie Watson (*)
Un pistolero canterino e damerino, che parla con gli spettatori e con il suo cavallo, giunge in una cittadina per giocare a poker, ma sarà ucciso da un rivale molto simile a lui (vestito di nero anziché di bianco) e volerà in cielo come un angioletto. Una scemenza assoluta.

"Vicino Algodones" (Near Algodones), con James Franco e Stephen Root (*)
Un rapinatore di banche viene condannato all'impiccagione, salvato dagli indiani, ricatturato e ri-condannato. L'episodio più esile e insignificante dei sei.

"La pagnotta" (Meal ticket), con Liam Neeson e Harry Melling (*1/2)
Un anziano saltimbanco vaga con il suo carro di paese in paese facendo esibire un giovane attore tetraplegico (che recita Shelley, Shakespeare, Lincoln e la Bibbia). Quando gli incassi cominciano a diminuire, lo sostituisce con una gallina intelligente. Mah.

"Il canyon tutto d'oro" (All gold canyon), con Tom Waits e Sam Dillon (*1/2)
Un vecchio cercatore d'oro trova un ricco filone in una valle disabitata e paradisiaca, ma deve vedersela con un giovane fuorilegge che vorrebbe sottrarglielo a tradimento. Da un racconto di Jack London. Trascinatissimo, ma bella l'ambientazione.

"La giovane che si spaventò" (The gal who got rattled), con Zoe Kazan e Bill Heck (**)
Una timida ragazza parte con una carovana di coloni diretta in Oregon. Durante il percorso riceve una proposta di matrimonio da una delle guide, ma un attacco degli indiani cambierà tutto. Pur con i suoi difetti, l'episodio migliore del lotto (nonché il più lungo).

"Le spoglie mortali" (The mortal remains), con Tyne Daly e Brendan Gleeson (**)
Una carrozza trasporta cinque passeggeri (fra cui due becchini) che durante il tragitto confrontano le proprie filosofie sulla vita, la morte, l'amore e gli esseri umani. Scarno, ma con un certo fascino per via delle vibrazioni soprannaturali.

2 commenti:

MAX ha detto...

Il primo Coen che vedo!
Non sono mai stato un amante del Western e non ricordo quale sia stato l'ultimo film del genere che ho visto.
Ricominciare con questo dei fratelli Coen è stato un divertente Guilty Pleasure.
Mi fa sorridere che gli episodi che a te son piaciuti meno son quelli che io invece salverei di tutto il film.
Effettivamente ho sentito parlare tanto dei Coen...leggendo la tua rece però questo non è il loro migliore...che mi consigli?
Ciao

Christian ha detto...

Con me capiti male, perché io i Coen li detesto! :P
Li considero privi di talento, buoni solo a scopiazzare (in peggio) il cinema del passato, a imbastire barzellette-scemenze che poi fanno passare per film.
Comunque, se proprio ti devo consigliare qualcosa, per me il loro lavoro migliore (forse l'unico che ritengo bello) è "Il grande Lebowski".
Ma attenzione: anche quello è una parodia (de "Il grande sonno").