5 gennaio 2019

Le ali (Larisa Shepitko, 1966)

Le ali (Krylya)
di Larisa Shepitko – URSS 1966
con Maya Bulgakova, Zhanna Bolotova
***

Visto in divx, in originale con sottotitoli.

Pilota decorata durante la seconda guerra mondiale, Nadezhda Petruchina (Maya Bulgakova) non si è mai sposata, fa ora parte del consiglio cittadino ed è la direttrice della casa dello studente. Ma nonostante le numerose attività e l'intensa vita sociale, per la quale è benvoluta da tutti, scopre di non avere punti di contatto con le giovani generazioni: né con gli studenti della sua scuola – fra i quali spicca Bystryakov (Sergei Nikonenko), un ragazzo da lei espulso per via di una banale lite e che orgoglisamente aveva rifiutato di chiedere scusa – né con la sua stessa figlia (adottiva) Tanya (Zhanna Bolotova), che ha deciso di vivere una vita indipendente e lontano da lei. Opera prima (dopo un film studentesco) di una brillante cineasta che realizzerà solo quattro lungometraggi (fra cui il celebre "Ascensione") prima di morire in un incidente stradale, "Le ali" è una pellicola intensa e significativa, ritratto agrodolce (e ricco di sfumature) di un personaggio che si ritrova a tracciare un fallimentare bilancio della propria esistenza, fra delusioni, rimpianti e presa di coscienza: il finale aperto e "libero", nel quale Nadezhda prende il volo a bordo di uno degli aeroplani, può essere interpretato come reale (un suicidio?) o simbolico. Tutto il film, in effetti, si mantiene in equilibrio fra il realismo e l'onirico, attraverso un personaggio che fatica a conciliare i propri sentimenti (e i sogni di gioventù, simboleggiati dal desiderio di volare) con il mondo che lo circonda (e la repressione del presente). Accolto con qualche perplessità in patria: non solo per aver rappresentato un'eroina di guerra come "un'anima smarrita" ma anche e soprattutto per aver evidenziato per la prima volta la presenza in Russia di un "gap generazionale".

2 commenti:

Marisa ha detto...

Film molto interessante e coraggioso, visto soprattutto da dove proviene e il periodo storico. Sicuramente il "volo" rappresenta una via d'uscita dalla vita, anche se non del tutto volontaria.
La stessa morte della regista (forse l'unica donna nella gloriosa schiera della filmografia russa!), in un incidente, non più in aria, ma per la strada fa pensare ad una inconscia ricerca di morte...
Peccato che una regista così promettente abbia potuto realizzare solo pochi film.

Christian ha detto...

Devo ancora vedere "Ascensione", il suo film più famoso e celebrato, ma già da questa prima pellicola si nota un indubbio talento che purtroppo è stato stroncato dalla morte prematura. Curiosità: suo marito Elem Klimov è stato anche lui regista ("Va' e vedi").

Comunque, anche se meno note, in Unione Sovietica ci sono state numerose registe donne, sin dall'epoca del muto (Julija Solnceva, autrice di "Aelita"), per poi proseguire con Dinara Asanova, Kira Muratova, Alla Surikova...