6 gennaio 2019

La fabbrica di cioccolato (Tim Burton, 2005)

La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory)
di Tim Burton – USA 2005
con Johnny Depp, Freddie Highmore
**

Rivisto in DVD.

Willy Wonka (Depp), eccentrico produttore di cioccolato, invita cinque bambini, accompagnati dai rispettivi genitori, a visitare la sua leggendaria fabbrica, che da anni ha chiuso le porte a chiunque. Fra loro c'è il povero Charlie (Highmore), l'unico che si dimostrerà all'altezza di diventarne l'erede, mentre gli altri saranno puniti per i loro vizi. Secondo adattamento del romanzo di Roald Dahl, dopo quello cult del 1971 con Gene Wilder ("Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato"), con tutto il suo carico di fantasia, magia e (non troppo) velato moralismo. Il titolo originale, dedicato al piccolo Charlie, torna fedele a quello del libro (ma non nella versione italiana, che lo semplifica omettendo del tutto il nome del protagonista), benché – per paradosso – il film sia ancora più focalizzato del precedente sulla figura dello stravagante Willy Wonka, al quale dedica tutta una serie di flashback che ne ricostruiscono le "origini" e l'infanzia. Veniamo così a sapere della sua passione per i dolci e dei contrasti che questa gli ha causato con il padre dentista (interpretato da Christopher Lee). Il tutto "normalizza" il personaggio (che da indecifrabile e sarcastico "mago" super partes diventa una figura insicura e disturbata, quasi psicopatica, a disagio con i bambini e con un forte complesso di padre) ma si iscrive perfettamente nella poetica di Burton (e di altri autori hollywoodiani, Spielberg in primis), ossessivamente incentrata sul rapporto fra padri e figli. Finale a parte, la trama è identica al film precedente, con piccoli cambiamenti che la rendono più fedele al romanzo: alcuni innocui (la prova di Veruca Salt non riguarda oche giganti che sfornano uova dorate, ma scoiattoli che hanno il compito di selezionare le noccioline), altri più significativi (non c'è la sottotrama del "rivale" Slugworth; Charlie non è orfano di padre; e inoltre, a differenza degli altri bambini, non viene messo alla prova: manca infatti la scena in cui lui e il nonno cedono alla tentazione di assaggiare le bibite gassate, salvandosi poi grazie ai rutti). E in generale, c'è molta più attenzione alla political correctness (i nonni non fumano, viene ribadito spesso che troppi dolci fanno male, si insiste sul tema della carie...) che rende retorici i messaggi. Le scenografie, quando non richiamano il film originale, sembrano studiate apposta per realizzare poi un'attrazione a Disneyland (vedi anche le corse sulla barca o sull'ascensore). Sofisticata ma brutta la colonna sonora di Danny Elfman, in particolare le orribili canzoncine degli Umpa Lumpa (che sono nanetti pigmei, e non creature fantastiche dalla pelle arancione). Da notare la citazione di "2001: Odissea nello spazio" nella scena della stanza della televisione. Del cast (David Kelly è il nonno Joe, Noah Taylor e Helena Bonham Carter sono i genitori di Charlie), gli unici degni di nota (per motivi diversi) sono Depp, Lee e l'ubiquo Deep Roy (che interpreta tutti gli Umpa Lumpa). Nel complesso, la pellicola è inferiore in quasi tutto al film del 1971, di cui non ha la semplicità (e anzi aggiunge confusione, con il travisamento del personaggio di Willy Wonka), ma come fiaba moderna vanta comunque i suoi momenti e garantisce un adeguato divertimento (meglio dell'"Alice" di Burton, comunque!).

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