2 agosto 2018

Paradiso perduto (A. Cuarón, 1998)

Paradiso perduto (Great Expectations)
di Alfonso Cuarón – USA 1998
con Ethan Hawke, Gwyneth Paltrow
*1/2

Visto in TV.

Finnegan Bell, giovane orfano in Florida con la passione per la pittura, si innamora della coetanea Estella, ragazzina ricca e snob che abita in un'enorme villa diroccata chiamata – come recita il titolo italiano del film – "Paradiso perduto". Da adulto, finanziato da un misterioso benefattore (scopriremo solo nel finale che si tratta di un galeotto evaso che aveva aiutato a sfuggire alla cattura), si recherà a New York nella speranza di fare fortuna come artista ma soprattutto di riconquistare Estella, che sta per convolare a nozze. Dal romanzo di formazione "Grandi speranze" di Charles Dickens, ambientato però ai giorni nostri e negli Stati Uniti, un vero filmaccio che – a parte la regia competente (anche se un po' patinata) di un Cuarón ancora agli esordi e non ancora "autore" – fonde caratterizzazioni insipide, rapporti sentimentali (e modo di affrontarli) infantili, luoghi comuni, scenari da cartolina ed erotismo alla Harmony (uno dei personaggi commenta pure: "come un romanzo d'appendice"). E naturalmente elimina o neutralizza tutti i sottotesti sociali, avventurosi o psicologici del testo di Dickens, focalizzandosi soltanto su una storia d'amore narrata in maniera sciatta e superficiale. Mai veramente appassionante o coinvolgente, il film si ravviva giusto nelle due brevi scene (una all'inizio, una alla fine) con Robert De Niro nei panni del galeotto Arthur Lustig. L'inquadratura con il nome della tenuta, scritto in italiano, è ripetuta almeno quattro volte sempre uguale. Nel cast anche Hank Azaria (Walter, il promesso sposo di Estella), Chris Cooper (lo "zio" Joe, che si prende cura di Finn dopo la scomparsa della sorella) e Anne Bancroft (la vecchia Nora Dinsmoor, che alleva la nipote Estella addestrandola "a spezzare il cuore degli uomini"). Lo stesso Cuarón, in seguito, ha disconosciuto il film: "Ho dovuto farlo. Passavo un periodo difficile, e mi servivano i soldi. Sono stato convinto dallo studio dopo che avevo detto loro di no per tre volte. La sceneggiatura non mi piaceva, ma continuavo a ripetermi: la compenseremo con altre cose. Non ha funzionato". Il romanzo di Dickens è stato portato sullo schermo molte altre volte in maniera più tradizionale: per esempio da David Lean nel 1946 e da Mike Newell nel 2012.

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