28 agosto 2018

Fahrenheit 451 (Ramin Bahrani, 2018)

Fahrenheit 451 (id.)
di Ramin Bahrani – USA 2018
con Michael B. Jordan, Michael Shannon
**1/2

Visto in TV.

In un futuro distopico in cui leggere o possedere libri è severamente vietato, Guy Montag (Jordan) fa parte dei vigili del fuoco, corpo paramilitare con il compito di bruciare tutte le forme di cultura e in particolar modo i libri, che vengono chiamati con disprezzo "graffiti". Quando però entrerà in possesso di uno di essi, il suo mondo cambierà e le sue convinzioni cominceranno a crollare. Mi aspettavo brutte cose da questo remake del film di François Truffaut, nuovo adattamento del romanzo di Ray Bradbury realizzato sotto forma di tv movie per la HBO, ma sono rimasto piacevolmente sorpreso nel vedere come la vicenda non sia stata travisata o rovinata, e soltanto (moderatamente) modernizzata. La sceneggiatura (scritta dal regista insieme al collega iraniano Amir Naderi) tiene conto dei progressi tecnologici che ci sono stati dagli anni sessanta in poi (e dunque gli "eel" – i ribelli – custodiscono anche versioni digitali dei libri nei loro server, mentre la televisione da cui tutti sono dipendenti è più simile a un contemporaneo social network con il suo carico di haters e di conformismo). Buono il cast, dove spiccano Michael Shannon nel ruolo del capitano Beatty, l'ambiguo e simpatetico superiore di Montag, e Sofia Boutella in quello di Clarisse, la ragazza che instilla in Montag l'amore per la cultura. Keir Dullea è lo storico. Se il lungometraggio di Truffaut rimane superiore, questo fa comunque un buon lavoro nell'avvicinare un pubblico più giovane a un classico della fantascienza distopica, senza banalizzare i temi o affogare la caratterizzazione psicologica in inutili scene d'azione.

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