7 agosto 2018

Another Earth (Mike Cahill, 2011)

Another Earth (id.)
di Mike Cahill – USA 2011
con Brit Marling, William Mapother
**1/2

Visto in divx.

La notte stessa in cui viene scoperto in cielo un pianeta del tutto identico alla Terra, la giovane Rhoda (Brit Marling), appassionata di astronomia e in procinto di partire per il college, provoca per imprudenza un incidente stradale in cui perde la vita l'intera famiglia del compositore John. Dopo aver scontato quattro anni di prigione per omicidio colposo, la ragazza va in cerca dell'uomo (che ne ignora l'identità) per chiedergli perdono. Non riuscendoci, si fa assumere come donna delle pulizie in casa sua, cercando in qualche modo a rimettere in moto e in ordine la sua vita. E nel frattempo, la seconda Terra (sempre più vicina e ormai costantemente visibile in cielo) le ricorda che forse un'altra occasione per ricominciare è a portata di mano... Una piccola produzione indipendente e a basso budget (la protagonista è co-sceneggiatrice insieme al regista) per un film originale e psicologico che, con le dovute distanze, può ricordare per affinità "Melancholia" di Lars von Trier. Anche in questo caso, infatti, quello fantascientifico è solo uno spunto per parlare di problemi personali, crisi, paure, bivi della vita, sensi di colpa e ricerca di redenzione. Se la forma cinematografica è piuttosto grezza, le idee comunque non mancano e gli sviluppi sono intriganti. Interessante soprattutto l'ipotesi che Terra 2 sia non solo identica alla nostra, ma abitata da copie di noi stessi, e che la sincronicità si sia "interrotta" soltanto nel momento in cui i due pianeti si sono resi conto l'uno dell'esistenza dell'altro. Naturalmente tutto rimane a livello di suggestione e di metafora: il film non affronta le conseguenze realistiche o scientifiche dell'esistenza di una seconda Terra (né ne spiega l'origine), anche perchè il focus rimane costantemente sui tormenti esistenziali e sulle scelte della protagonista.

2 commenti:

Marisa ha detto...

Molto interessante per il modo del tutto originale di far assistere all'elaborazione del senso di colpa, perchè è proprio di questo che si tratta.
Solo dopo averne pagato fino in fondo le conseguenze si può riprendere la propria vita...

Christian ha detto...

Sì, lo spunto fantascientifico (che non viene approfondito) è solo una scusa per raccontare il percorso della protagonista e il suo modo di fare i conti con la colpa, proprio come "Melancholia" lo usava per parlare della paura del cambiamento. Senza dubbio un film originale e interessante.