8 marzo 2018

Senza pietà (Alberto Lattuada, 1948)

Senza pietà
di Alberto Lattuada – Italia 1948
con Carla Del Poggio, John Kitzmiller
**1/2

Visto in divx.

Nell'immediato dopoguerra, la giovane Angela (la bella Carla Del Poggio, al primo ruolo drammatico di primo piano) – fuggita di casa dopo aver dato alla luce una bambina nata morta – arriva in cerca del fratello in una Livorno semidistrutta e sotto il controllo dei liberatori americani. Qui finisce nel "giro" di Pierluigi (Pierre Claudè), l'ambiguo boss – biancovestito e impotente – che controlla tutti i loschi traffici della città (dal contrabbando alla prostituzione). L'amicizia e forse l'amore con Jerry (John Kitzmiller), un soldato americano di colore, sembrerà donarle un pizzico di speranza per una vita migliore: ma il destino vorrà diversamente. Scritta da Lattuada insieme a Pinelli e Fellini (che figura come "assistente alla regia", muovendo di fatto i suoi primi passi dietro la macchina da presa), una pellicola che mette in scena la "disintegrazione" civile e morale dell'Italia del dopoguerra, tanto realistica quanto priva di ottimismo, di moralismo e di retorica. In un mondo di povertà e di disperazione, anziché alla famiglia o alla religione (significativa la fuga dall'istituto religioso per rifugiarsi in un bordello), Angela non può che trovare protezione nel sottobosco criminale. Eppure, anche fra le prostitute, non manca chi riesce a esaudire il proprio sogno di libertà, come Marcella (Giulietta Masina), che riesce a fuggire in America con un soldato; le si contrappone Dina (di cui non si vede mai il volto) che, finita sempre più in basso e in disgrazia, sceglie il suicidio. In un ambiente di approfittatori e di disonesti, la "purezza" di personaggi come Angela e Jerry è destinata a corrompersi o a finire sconfitta. Grande realismo (con numerose scene in lingua inglese quando sono presenti i soldati americani) ma anche simbolismo cinematografico (la regia e la fotografia sono debitrici delle coeve pellicole americane o francesi). Il film è stato girato nella Pineta del Tombolo, già l'anno prima set di "Tombolo, paradiso nero" di Giorgio Ferroni, sui temi simili, con lo stesso Kitzmiller nel cast. Pierre Claudè (uno pseudonimo), che intepreta il boss Pierluigi, era il direttore dell'Hotel Majestic di Roma, qui alla sua unica esperienza come attore cinematografico. La scena conclusiva si svolge nello stesso tratto di strada in cui sarà ambientato il finale de "Il sorpasso". Le musiche sono di Nino Rota: e dunque, pur trattandosi di un film di Lattuada, la presenza contemporanea di Fellini, della Masina e di Rota lo può far considerare come un "elemento zero" nella filmografia del regista riminese.

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