17 marzo 2018

Regarde les hommes tomber (J. Audiard, 1994)

Regarde les hommes tomber
di Jacques Audiard – Francia 1994
con Jean Yanne, Mathieu Kassovitz, Jean-Louis Trintignant
***

Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

L'esordio alla regia di Jacques Audiard (fino ad allora soltanto sceneggiatore) è un insolito noir, tratto da un romanzo di Teri White, che segue due storie parallele (leggermente sfasate temporalmente) che si incontrano solo alla fine. Simon (Yanne), rappresentante di biglietti da visita in crisi di mezza età, lascia il lavoro e la moglie per dedicarsi a tempo pieno alla ricerca del killer che ha sparato al suo giovane amico Mickey, un poliziotto infiltrato, mandandolo in coma. Contemporaneamente, l'anziano vagabondo e giocatore d'azzardo Marx (Trintignant) stringe un sodalizio con il più giovane e sempliciotto Frédéric (Kassovitz), che si fa chiamare Johnny: per ripagare il debito con un gangster, i due accettano di diventare dapprima suoi esattori e poi addirittura sicari. E in effetti sarà proprio Johnny a sparare a Mickey, scatenando i propositi di vendetta di Simon... La struttura a incastro consente ad Audiard di mantenere alta la tensione e al tempo stesso di esplorare al meglio i sentimenti dei suoi personaggi. Si tratta di due storie d'amicizia virile (e anche qualcosa di più) assai simili fra loro: asimmetriche per età (Simon e Marx anziani, Mickey e Johnny giovani), all'insegna del non detto e della mancanza di comunicazione (il tema dei vari linguaggi, così caro ad Audiard, è presente sin da questo primo film: si pensi alle scene in cui Simon legge ad alta voce il giornale all'amico in coma, o a quelle in cui Johnny descrive cosa c'è in televisione alla vecchietta cieca), dove l'amicizia, l'affetto e la dipendenza si intrecciano inesorabilmente. E a questo proposito, importante anche la metafora del cane: se Johnny si attacca a Marx come un cagnolino (significativo che rinunci al proprio nome quando gli viene detto che "Fredo" è un nome da cane), sia Simon che Marx prendono consapevolezza del legame quando incrociano lo sguardo di un cane che passa al loro fianco. Trattandosi di un'opera prima, non tutto è perfetto: qualche vezzo stilistico un po' fine a sé stessso (l'occasionale voce femminile narrante, i cartelli), una narrazione non sempre chiara e una fotografia da rivedere sono però compensate da diverse scene assai intense (per esempio quella in cui Simon chiede a un ragazzo di strada com'è la vita in comune con un altro uomo), da un'interessante colonna sonora (di Alexandre Desplat) e da uno struggente finale. Nel cast anche Bulle Ogier e Christine Pascal. Il titolo ha ispirato il nome di un gruppo di heavy metal francese.

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