5 febbraio 2018

La piccola principessa (A. Cuarón, 1995)

La piccola principessa (A Little Princess)
di Alfonso Cuarón – USA 1995
con Liesel Matthews, Eleanor Bron
*1/2

Visto in TV.

La piccola Sara (Matthews) viene messa temporaneamente dal padre, capitano dell'esercito britannico (Liam Cunningham), nel collegio femminile gestito dalla crudele Miss Minchin (Bron). Quando il genitore risulta morto in guerra, e dunque non può più pagare la retta, la bambina viene "degradata" a serva. Ma saprà conservare la bontà del proprio cuore, la gioia di vivere e soprattutto la grande immaginazione, che l'aiuteranno a mantenersi a galla fra tante avversità fino a quando – ovviamente – si scoprirà che il padre è ancora vivo, e che aveva soltanto perso la memoria durante una battaglia. Il secondo film del messicano Cuarón, al suo debutto a Hollywood, è il remake di un classico con Shirley Temple del 1939, tratto da un romanzo per l'infanzia di Frances Hodgson Burnett (ma il debito è molto più verso l'antecedente cinematografico che non verso il libro). Tecnicamente ben fatto (Cuarón si stava facendo le ossa, ma dimostrava già di avere talento), con una notevole dose di "realismo magico" che mescola la cupa realtà con la luminosa immaginazione della protagonista, è però stucchevole e infantile. E francamente la regia, insieme alla fotografia colorata di Emmanuel Lubezki (le divise verdi del collegio, la rosa gialla, i colori dell'India), sono le uniche cose da salvare in un film che fonde manierismo patinato, buonismo e melodrammaticità dickensiana fuori tempo massimo, un'ambientazione fiabesca e irreale (siamo a New York, ma sembra la Londra vittoriana), un semplicistico elogio dell'escapismo e della fantasia (Sara inventa, a beneficio proprio e delle compagne di collegio, racconti d'amore e d'avventura di ambientazione indiana: il principe Rama è interpretato dallo stesso Cunningham), una caratterizzazione manichea e senza alcuna sfumatura dei personaggi (il messaggio dovrebbe essere "Le donne sono tutte principesse", ma questo non vale per la cattiva Miss Minchin). Che sia un prodotto rivolto esclusivamente ai bambini non è certo un alibi, visto che nello stesso genere non mancano opere più stratificate e soddisfacenti.

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