7 dicembre 2017

Una storia d'amore (Roy Andersson, 1970)

A swedish love story (En kärlekshistoria)
di Roy Andersson – Svezia 1970
con Rolf Sohlman, Ann-Sofie Kylin
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

Il quindicenne Pär, che bighellona in moto con gli amici e ogni tanto dà una mano nell'officina del padre, si innamora della tredicenne Annika, figlia di un commerciante di frigoriferi. Minimalista e girato nelle periferie di Stoccolma, il primo film di Roy Andersson (che si ispira al cinema dell'Europa dell'Est, e in particolare a quello della nouvelle vague cecoslovacca) è una storia apparentemente convenzionale, narrata con toni esistenzialisti e attenzione alla banalità del quotidiano. Lo stile del regista lascia però già intravedere gli squarci surreali e grotteschi che lo caratterizzeranno negli anni duemila (da "Canzoni del secondo piano" a "Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza"): ne è un esempio la lunga sequenza conclusiva, quella della festa in campagna con i genitori e i parenti dei due ragazzini, non a caso il momento migliore del film, in cui balzano in primo piano quei personaggi malinconici, frustrati o eccentrici che sono i genitori dei ragazzi, appunto: spiccano in particolare John, il padre di Annika (Bertil Norström) ed Eva, la zia (Anita Lindblom). Pur essendo all'esordio (era appena uscito dalla scuola di cinema, e aveva all'attivo solo qualche cortometraggio), Andersson gira bene, con grande cura all'inquadratura e alla fotografia, ai tempi (lenti), alla direzione degli attori, all'uso della musica. I due giovanissimi protagonisti – ritratti con freschezza, realismo e attenzione alle dinamiche adolescenziali (e di gruppo) – cercano luce e felicità in mezzo alla depressione, alle nevrosi e alla solitudine degli adulti che li circondano, presentati invece senza un faro e sperduti nella nebbia, come mostra la scena finale.

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