23 dicembre 2017

Star Wars: Gli ultimi Jedi (Rian Johnson, 2017)

Star Wars: Gli ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi)
di Rian Johnson – USA 2017
con Daisy Ridley, Adam Driver
**

Visto al cinema Colosseo.

Mentre i pochi membri della Resistenza rimasti, guidati dalla principessa Leia (Carrie Fisher), cercano di resistere all'assalto delle forze del Nuovo Ordine, la giovane Rey (Daisy Ridley) rintraccia il vecchio Luke Skywalker (Mark Hamill), rifugiatosi in eremitaggio in un'isola sul lontano pianeta Ahch-To, per convincerlo a tornare nella lotta. E nel frattempo, scopre di condividere un legame telepatico con Ben Solo, alias Kylo Ren (Adam Driver), il cattivo-ma-forse-no che intende ripercorrere le orme di Darth Vader... Con "Episodio VIII" (ma ormai il numero è rimasto solo nel testo introduttivo), secondo capitolo del rilancio della saga ad opera della Disney dopo "Il risveglio della forza" (nel mezzo c'è stato anche lo spin-off "Rogue One"), si può ormai dire che "Star Wars" ha perso definitivamente quella magia che la rendeva unica, ed è diventato un prodotto cinematografico commerciale e fatto con lo stampino come tanti altri (il fatto che sia diventato un appuntamento annuale e regolare, contando anche i film collaterali, non aiuta di certo). Tanto il banalissimo soggetto quanto i mediocri dialoghi non rendono giustizia a tutto ciò che c'è stato nei quaranta (!) anni precedenti, e l'uscita di scena degli ultimi due superstiti del lungometraggio originale (Mark Hamill per scelta di sceneggiatura, Carrie Fisher – il film è giustamente dedicato a lei – perché è scomparsa l'interprete, che fortunatamente "aveva già finito di girare le sue scene"), dopo la morte di Han Solo (Harrison Ford) nel precedente capitolo, segna davvero la fine di un'era: ora possono essere davvero sostituiti a cuor leggero dai nuovi personaggi ideati dal reparto marketing della Disney, naturalmente con il bilancino, gli agganci al gusto degli attuali teenager, e l'attenzione maniacale alla diversità e alla political correctness (ecco che si spiegano le tante donne in ruoli di comando, i neri, gli asiatici, e tutto ciò che fa sembrare questa galassia una riproduzione quasi esatta del melting pot etnico e culturale degli Stati Uniti: non che sia una brutta cosa, intendiamoci, ma diciamo che ce lo si aspetterebbe di più da "Star Trek", meno fantasy e più ancorato al nostro mondo, che non da una saga che dovrebbe lasciare briglia sciolta all'immaginazione escapista dello spettatore). I nuovi personaggi sono in gran parte privi di originalità e, a ben vedere, inutili: tutto lo spazio dedicato al capitano "sborone" Poe Dameron (Oscar Isaac) e soprattutto alla coppia Finn (John Boyega) e Rose (Kelly Marie Tran, quest'ultima una new entry) è puramente riempitivo, anche perché ai fini della trama non conduce assolutamente a nulla. Molto meglio il plot principale, incentrato sul rapporto fra Rey, la protagonista che "viene dal nulla" (buono lo sviluppo sul mistero dei suoi genitori), e Kylo Ren, l'aspirante cattivo che si conferma come il personaggio migliore della nuova saga, anche grazie all'ottima prova del suo interprete. Nonostante il sospetto che si tratti di un'esca per lo shipping dei fan, la loro relazione, che va molto al di là delle dinamiche fra buono e cattivo, è senza dubbio l'asse portante della pellicola (il ritorno di un disilluso e invecchiato Luke lascia invece il tempo che trova, anche perché in fondo il personaggio non è mai stato così interessante).

Forse l'episodio con il fiato più corto dell'intera saga, "Gli ultimi Jedi" (ma il titolo non avrebbe funzionato molto meglio al singolare? Capisco che Rey prenda di fatto il testimone dalla generazione precedente, ma un "L'ultimo Jedi" riferito a Luke mi sarebbe sembrato molto più evocativo) lascerà comunque nella memoria collettiva almeno un paio di ambientazioni: l'isola sul pianeta Ahch-To dove Luke si è ritirato in eremitaggio (e dove si trova il santuario originale dei Jedi), con tutta la sua bizzarra fauna (ma quegli uccellini sembrano usciti da un videogioco giapponese o da un cartoon tipo "Madagascar"!) e il pianeta minerario Crait, dove c'è una vecchia base dei ribelli, la cui superficie rossa ricoperta di sale bianco permette di donare una cromaticità particolare alle scene della battaglia (che riecheggia, ovviamente, quella di Hoth ne "L'impero colpisce ancora"). Le location reali sono rispettivamente in Irlanda (l'isola di Skellig Michael) e in Bolivia (il deserto Salar de Uyuni): il film è stato girato anche in Croazia (la città-casinò di Cantonica è in realtà Ragusa) e in Islanda. Da notare l'introduzione forzata di dialoghi e momenti comici, che sfiorano la parodia: si pensi in particolare a tutti i momenti che riguardano il cattivo generale Hux (Domhnall Gleeson), ma anche a brevi scene come quella dei ferri da stiro. Brevi comparsate per Yoda (forse l'ultima volta che lo vedremo? Essendo un personaggio in CGI, non è detto), per l'ammiraglio Ackbar (fine della corsa anche per lui) e per il capitano Phasma (che immagino esca a sua volta di scena: peccato, mi piaceva il suo look "cromato"), e spazio assai ridotto per Chewbacca e per i droidi storici C-3PO e R2-D2 (presenti solo per venire incontro alle aspettative del pubblico, immagino), soppiantati ormai dal nuovo e rotondo BB-8. Fra le new entry, restano da menzionare il furfantesco e maneggione DJ (interpretato da Benicio Del Toro: non mi piace quando un volto così riconoscibile entra a forza in una saga come questa) e l'ammiraglio Amilyn Holdo (Laura Dern), mentre è notevole l'inaspettata eliminazione di quello che sembrava il principale cattivone, nonché il nuovo imperatore: il comandante supremo Snoke (Andy Serkis). Con Kylo Ren che ne prende il posto, intenzionato a far piazza pulita di tutto ciò che c'era prima ("Basta Jedi, basta Sith"), solo ora il Nuovo Ordine comincia ad avere un senso. Solito grande successo di pubblico e di una critica ormai assuefatta, anche se non tutti i fan sono stati contenti del modo in cui Luke esce di scena (lo stesso Mark Hamill ha evocato "fondamentali differenze di visione" con il regista Rian Johnson, anche sceneggiatore, a proposito della caratterizzazione del personaggio) e della generalizzazione del concetto di Jedi. Il prossimo episodio, in uscita fra due anni, vedrà il ritorno di J.J. Abrams: speriamo bene.

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