3 novembre 2017

Salam cinema (Mohsen Makhmalbaf, 1995)

Salam cinema (Salaam cinema)
di Mohsen Makhmalbaf – Iran 1995
con Mohsen Makhmalbaf, Shaghayeh Djodat
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Rivisto in DVD (registrato da "Fuori Orario"), in originale con sottotitoli.

Per realizzare un film che celebri i cent'anni di storia del cinema (nel 1995 ricorreva infatti il centenario della prima proiezione in pubblico dei fratelli Lumière), il regista Mohsen Makhmalbaf pubblica un annuncio sul giornale in cerca di attori esordienti che ne saranno i protagonisti. Ai provini si presentano in migliaia, spinti dalla passione per la settima arte (assai popolare in Iran e per la quale molti sono disposti a fare follie, come avevamo già visto in "Close Up" di Kiarostami) e dai sogni di fama e di ricchezza (come in "Bellissima" di Visconti o nell'episodio iniziale di "Siamo donne"). Makhmalbaf e i suoi assistenti (fra i quali si riconosce Moharram Zaynalzadeh, che era stato il protagonista del suo film "Il ciclista") ne intervistano parecchi, uomini e donne, prima di rivelare loro che proprio i provini che hanno sostenuto faranno parte del film, e che il loro ruolo consisteva nel recitare la parte di sé stessi. In un insolito mix fra documentario e cinema verità, Makhmalbaf interroga i suoi aspiranti attori ("Cos'è il cinema?", "Perché lo amiamo?", "Qual è la differenza fra verità e finzione?"), li stuzzica e li stimola per tirare fuori qualcosa, vero o falso che sia. Ne nascono storie interessanti (il falso cieco, la ragazza che vorrebbe recitare solo per essere invitata a Cannes – dove i lavori di Makhmalbaf e Kiarostami erano regolarmente presentati – e ottenere così un visto per uscire dal paese e riunirsi con il fidanzato), buffe (i candidati che sostengono di assomigliare ad Alain Delon, Arnold Schwarzenegger, Marilyn Monroe o Paul Newman...) e intense. Il regista ordina ai candidati di piangere a comando, di ridere, di morire; li mette alla prova psicologicamente ("Cosa siete disposti a fare per diventare attori? Rinuncereste alla vostra umanità?"), anche con crudeltà ("Nel cinema non c'è posto per tutti"), ondeggiando fra le promozioni e le bocciature, prima di rivelare che, in fondo, tutti loro fanno già parte del film. "Insomma, siamo attrici o no?", si chiedono le due ragazze (Maryam Keyhan e Shaghayeh Djodat) protagoniste della sezione più lunga della pellicola, quella conclusiva. Sì, perché fra i pregi del film – oltre a mostrare senza filtri quanto sia davvero grande il potere e il fascino del cinema – c'è anche quello di dare la parola alle donne, elementi spesso "invisibili" e inascoltati nell'ambito della socità iraniana, lasciando che raccontino a viso aperto i propri sogni, le aspirazioni e i desideri.

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