20 agosto 2017

Fireworks wednesday (A. Farhadi, 2006)

Fireworks Wednesday (Chaharshanbe suri)
di Asghar Farhadi – Iran 2006
con Taraneh Alidousti, Hedyeh Tehrani
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Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

La giovane Rouhi (Taraneh Alidousti), una ragazza che lavora per un'agenzia di pulizie, viene mandata nella casa di una famiglia benestante per aiutarla a riordinare l'appartamento prima dell'imminente partenza per l'estero. Appena giunta lì, si ritrova nel bel mezzo di una lite coniugale: la moglie Mozhdeh (Hedye Tehrani) crede infatti che il marito Morteza (Hamid Farokhnezhad) la tradisca con una vicina di casa, Simin (Pantea Bahram), che gestisce un salone di bellezza nel proprio appartamento. Mentre la confusione le monta attorno (e quella dei sentimenti e delle emozioni è riflessa nel caos in cui versa la casa: dal citofono che non funziona a un vetro rotto, dalle valigie e dagli oggetti da sistemare al via vai di vicini e parenti), senza volerlo Rouhi finisce col lasciarsi coinvolgere sempre più nella vicenda, prendendo per un breve momento – e a turno – le parti di ciascuno dei tre protagonisti. Avrà ragione la moglie, che con il suo intuito femminile ha saputo cogliere le tracce del tradimento? Oppure il marito, onesto lavoratore e vittima della paranoia della donna? E qual è il ruolo della vicina, simpatica ed affabile, ma oggetto delle maldicenze degli altri inquilini? Mentre per le vie del quartiere si odono gli spari e i botti con cui gli iraniani festeggiano il nuovo anno (il titolo del film si riferisce all'ultimo mercoledì prima del capodanno persiano, che coincide con l'equinozio di primavera, quando c'è l'usanza di accendere fuochi nelle strade), Rouhi diventa suo malgrado testimone e parte attiva degli eventi, un'esperienza di cui forse saprà fare tesoro in vista del suo stesso imminente matrimonio con il giovane fidanzato. Un film semplice (racconta un piccolo episodio, si svolge nell'arco di sole 24 ore) e complesso e misterioso al tempo stesso, che si svela allo spettatore poco a poco, nobilitato da ottime prove d'attore (meravigliosa ed enigmatica, in particolare, Hedye Tehrani) e da un'eccellente caratterizzazione dei personaggi: fa da prodromo ai successivi capolavori di Farhadi ("About Elly" e "Una separazione"), senza dubbio il regista iraniano più attento all'analisi e all'introspezione psicologica.

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