16 agosto 2017

Enrico V (Kenneth Branagh, 1989)

Enrico V (Henry V)
di Kenneth Branagh – GB 1989
con Kenneth Branagh, Derek Jacobi
***1/2

Rivisto in divx.

Per il suo esordio come regista cinematografico, l'allora ventottenne Kenneth Branagh sceglie di portare sullo schermo l'Enrico V di Shakespeare, misurandosi con la versione che ne aveva dato Laurence Olivier (anch'egli contemporaneamente regista e interprete) nel 1944. La storia del giovane sovrano d'Inghilterra che invade la Francia per rivendicarne il trono e sconfigge i suoi nemici nella campale battaglia di Agincourt (non prima di aver pronunciato davanti ai propri uomini un celebre discorso che fungerà da impronta e da modello per tante situazioni simili, a teatro come al cinema) è raccontata con energia e passione, e soprattutto con uno stile chiaramente cinematografico (notevoli, in particolare, i debiti a Kurosawa) che va al di là delle limitazioni teatrali (anche se la fedeltà al testo di Shakespeare non viene mai posta in discussione: è mantenuto persino il personaggio del coro, narratore che si rivolge agli spettatori invocando la loro magnanimità per la "povertà" della messa in scena). Shakespeare aveva già introdotto il personaggio di Enrico V nel precedente "Enrico IV": qui, messosi alle spalle gli anni giovanili trascorsi in bagordi con Falstaff e gli amici delle osterie (alcuni dei quali hanno comunque un ruolo, per quanto marginale, nella storia), è diventato un re dall'animo nobile e giusto, oltre che profondamente religioso. Ma al di là della caratterizzazione dei personaggi, il vero clou del dramma (e del film) risiede nella campale battaglia di Agincourt, che Branagh illustra con grande vigore, portando la macchina da presa in mezzo al fragore della mischia, sporcandola (e sporcandosi) di fango e sangue, e facendo ampio uso di ralenti appunto kurosawiani. Anche la musica fa la sua parte: nella colonna sonora di Patrick Doyle, diretta da Simon Rattle, spicca il canto dei soldati mentre attraversano il campo a battaglia finita. Fra tanti piccoli episodi da ricordare (Enrico alle prese con tre traditori; i continui incontri con l'ambasciatore Montjoy; l'arroganza dei nobili francesi, convinti di vincere facilmente; le scenette con i tre popolani Nym, Bardolfo e Pistola, figure comiche trattate però con tragico realismo; Caterina di Valois che cerca di imparare l'inglese), i momenti più suggestivi sono rappresentati dal giro in incognito del re nel campo immerso nella nebbia, alla vigilia della battaglia, per tastare l'umore dei soldati; e naturalmente dal già citato discorso di Agincourt, che riesce a caricare a mille i soldati inglesi nonostante la stanchezza e la netta inferiorità numerica ("Noi pochi, noi felici pochi"), promettendo loro gloria nel giorno di San Crispino e San Crispiano. L'esito dello scontro cambierà il destino dei due paesi e dell'Europa intera. Nel ricco cast, tanti nomi noti: fra gli altri, Derek Jacobi (il coro), Emma Thompson (Caterina), Robbie Coltrane (Falstaff), Brian Blessed (Exeter), Ian Holm (Fluellen), Christopher Ravenscroft (l'araldo Montjoy), Paul Scofield (il re di Francia), Richard Briers (Bardolfo), Judi Dench (Miss Quickly) e persino un Christian Bale ancora bambino (il figlioletto di Falstaff). In italiano Kenneth Branagh è doppiato da un ottimo Tonino Accolla. Premio Oscar per i migliori costumi, nomination a Branagh come regista e attore. Nel prosieguo della sua carriera, il cineasta tornerà ripetutamente ad affidarsi all'amato Shakespeare (realizzando, fra i tanti, i magnifici "Molto rumore per nulla" e "Hamlet").

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