27 marzo 2017

La bicicletta verde (Haifaa al-Mansour, 2012)

La bicicletta verde (Wadjda)
di Haifaa al-Mansour – Arabia Saudita 2012
con Waad Mohammed, Reem Abdullah
**1/2

Visto in divx, con Daniela e Sabrina.

La piccola Wadjda, bambina di undici anni che frequenta una scuola femminile a Riyad, mette gli occhi su una bicicletta, arrivata nuova fiammante in negozio, che vorrebbe acquistare per competere con Abdullah, figlio dei vicini di casa e suo compagno di giochi. Ma la madre non intende comprargliela, anche perché per una ragazza è considerato sconveniente andare in bici. Quando scopre che la sua scuola ha organizzato una gara di recitazione del Corano, il cui primo premio consiste in una forte somma in denaro, la bambina decide di partecipare, anche se fino ad allora non era mai stata particolarmente portata per la religione (al contrario: la sua natura estroversa e intraprendente l'avevano condotta più volte a scontrarsi con il conformismo imposto dalla preside)... Primo film girato da una regista donna in Arabia Saudita (e c'è chi dice che si tratti in assoluto del primo lungometraggio realizzato interamente in quel paese, dove peraltro non esistono sale cinematografiche): nel suo mix di ingenua trasgressione (la piccola "rivoluzione" di Wadjida finirà per coinvolgere anche la madre) e poesia attraverso lo sguardo infantile, la pellicola è fortemente in debito col cinema iraniano degli anni settanta e ottanta, con echi di Panahi ("Il palloncino bianco") e Kiarostami ("Il viaggiatore"), anche se non raggiunge le vette artistiche di quelli. La regista, comunque, ha dichiarato di essersi ispirata anche a Truffaut ("I 400 colpi") e al neorealismo italiano. I pregi della pellicola, oltre al valore storico e simbolico, stanno nella simpatia della protagonista e nella sincerità con cui affronta il tema del ruolo delle donne in una società teocratica e maschilista, che le costringe a coprirsi con il velo, a non mostrare mai il volto ad estranei (o a stare da sole in loro presenza), a subire le decisioni degli uomini in tutti gli aspetti della vita. Se Wadjda, essendo una bambina, gode ancora di una certa libertà di movimento (entro una certa soglia: il desiderio di andare in bicicletta o semplicemente di giocare con l'amico Abdullah è comunque visto di cattivo occhio), sua madre è invece ancora limitata negli spostamenti (essendo una donna, non le è permesso guidare e deve affidarsi a uno sgarbato autista per recarsi al lavoro) e nella famiglia (il marito, poiché lei non gli ha saputo dare un figlio maschio, è in procinto di prendersi una seconda moglie). Significative anche le dinamiche a scuola, con le ragazze che si "abbelliscono" in segreto, sempre a rischio di punizione nel caso venissero scoperte.

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