28 dicembre 2016

Paterson (Jim Jarmusch, 2016)

Paterson (id.)
di Jim Jarmusch – USA 2016
con Adam Driver, Golshifteh Farahani
***1/2

Visto al cinema Eliseo, con Sabrina.

Paterson, autista di bus con la passione per la poesia, vive a Paterson, New Jersey, con la moglie Laura e il cane Marvin (un bulldog francese). Il film ne racconta una settimana di vita (da lunedì a domenica), attraverso la sua routine quotidiana: sveglia alle 6.15, colazione, lavoro, pausa pranzo, ritorno a casa, cena con Laura, passeggiata con il cane, visita al pub. Gli unici suoi svaghi consistono nello scrivere versi su un "taccuino segreto", ascoltare le bizzarre conversazioni del passeggeri del suo autobus, osservare le dinamiche degli avventori del pub, ed essere testimone delle tendenze artistiche della moglie (che dipinge tessuti e oggetti, sempre con forme e simboli in bianco e nero, cucina cupcake da vendere alla festa dei coltivatori, o progetta di imparare a suonare la chitarra per diventare una cantante country). Come sfondo c'è la città che porta il suo stesso nome, con le sue strade e i suoi parchi, i suoi locali e le sue periferie, i suoi abitanti e i suoi cittadini illustri (il comico Lou Costello, il poeta modernista William Carlos Williams). Il minimalismo di Jarmusch portato agli estremi: un elogio della semplicità e della "poesia delle piccole cose", quella bellezza che, per chi sa coglierla, si nasconde dietro ogni singolo momento e ogni incontro casuale, la cui banalità ispira i versi che il protagonista compone (e che appaiono in sovrimpressione sullo schermo), e che può essere valorizzata dal gioco di rimandi e ripetizioni che la vita stessa regala: sono tanti, infatti, i temi ricorrenti, come il passato, i sogni, i gemelli... tutti già presenti nelle pellicole precedenti di Jarmusch (in particolare in quelle più episodiche, come "Coffee and cigarettes"), ma che qui assumono un'organicità maggiore e profonda, in grado di comprendere tutta un'esistenza. Ne risulta un film al tempo stesso realistico e filosofico, mondano e poetico, caldo, sincero e mai noioso, con cui è facile entrare in sintonia. La contemplazione, la rassegnazione e persino l'indecisione, attraverso la poesia, possono diventare sublimi. Ottimo Driver (nomen omen), deliziosa la Farahani.

2 commenti:

Marisa ha detto...

E' un piccolo grande film che ho apprezzato pienamente dopo qualche giorno che mi ha fatto compagnia perchè mi sono ritrovata a ripensarci senza volerlo. Ho colto veramente la differenza tra una vita "poetica" e una "banale" rappresentata mirabilmente da Paterson che vive poeticamente ogni momento della giornata e il collega che si lamenta sempre per tutto, come purtroppo capita alla maggior parte di noi, quando non vediamo il mondo con tutta la poesia che contiene! Spesso, purtroppo, la magia "dell'acqua che cade" è solo "pioggia"!

Christian ha detto...

Il film è davvero un gioiellino: personalmente mi ha coinvolto parecchio, e mi sono immedesimato moltissimo nel protagonista.