23 settembre 2016

The Lure (Agnieszka Smoczyńska, 2015)

The Lure (Córki dancingu)
di Agnieszka Smoczyńska – Polonia 2015
con Marta Mazurek, Michalina Olszańska
**1/2

Visto al cinema Apollo, con Sabrina, in originale con sottotitoli (rassegna di Venezia).

Tre musicisti di un night club incontrano sulla spiaggia due giovani sirene che li affascinano con la loro voce. Portate a terra, le due sorelle diventano ben presto gli idoli del cabaret grazie a numeri di canto e ballo estremamente provocanti. Quando sono sulla terraferma, Oro e Argento (questo il loro nome) hanno l'apparenza di due normali ragazze (anche se prive di vagina!): non appena vengono bagnate con l'acqua, però, si ritrasformano in sirene. Quando Argento si innamora del giovane chitarrista Mietek, Oro la mette in guardia: se il ragazzo dovesse tradirla, lei si trasformerà in schiuma del mare, a meno che non lo divori prima dell'alba (le sirene sono infatti cannibali). Curiosa rilettura della fiaba della "Sirenetta" di Andersen in chiave horror-musicale, dove però il kitsch e il grottesco (pur presenti) non sovrastano mai lo spessore psicologico e i sentimenti dei personaggi. Soprattutto la caratterizzazione delle due sirene è da manuale: tanto Oro è una seduttrice/predatrice seriale, che si "nutre" (letteralmente) degli uomini e delle donne che le cadono ai piedi, tanto Argento è invece sinceramente innamorata di Mietek, al punto da scegliere di cambiare sé stessa per lui (si fa trapiantare da un chirurgo la parte inferiore di un corpo umano) e infine di sacrificarsi pur di non fargli del male. Il contesto del locale notturno, con spettacoli musicali e di strip tease (in stile anni ottanta), aggiunge colore alla pellicola, graziata anche da numeri musicali e da coreografie quanto mai surreali, acide e sopra le righe. Un film insolito, bizzarro, assolutamente metaforico (le sirene sono un'astrazione, o magari un'allegoria: la perdita dell'innocenza, la scoperta del sesso e del vizio, la trasformazione del corpo con l'arrivo dell'età adulta). La regista l'ha definito "una storia di coming-of-age, parzialmente autobiografica", visto che sua madre lavorava proprio in un night club.

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