24 settembre 2016

Godless (Ralitza Petrova, 2016)

Godless (Bezbog)
di Ralitza Petrova – Bulgaria 2016
con Irena Ivanova, Ivan Nalbantov
***

Visto al cinema Apollo, con Daniela, in originale con sottotitoli (rassegna di Locarno).

L'infermiera Gana accudisce a domicilio anziani infermi e ne approfitta per derubarli dei loro documenti d'identità, che poi smercia sul mercato nero grazie a un complice e a un ufficiale di polizia corrotto. La sua vita è triste, senza amore, degradata e degradante. Ma la sua coscienza comincia a vacillare quando il complice uccide per un "incidente" una delle vecchiette. "Voglio amare", afferma Gana, "ma non posso", rendendosi conto che i propri sentimenti e la propria empatia non sono del tutto scomparsi ma soltanto anestetizzati dalle avversità della vita e dallo squallore che la circonda. Per un breve istante sembra che possa trovare una sorta di redenzione attraverso la musica: entra infatti a far parte di un coro che intona canti sacri sotto la direzione di uno dei suoi pazienti, un insegnante di musica in pensione che era stato un perseguitato politico durante gli anni del comunismo. In questo mondo cupo e disperato, però, non c'è possibilità di fuga. Il titolo, Bezbog ("Senza Dio"), è il nome di una montagna locale, quella su cui sono ambientate la scena iniziale del film (che va collocata in realtà nel finale, e che mostra che per Gana ormai non c'è più scampo) e quella conclusiva (che invece rivela come anche per il cattivo, ovvero il poliziotto corrotto, sia in serbo una vendetta divina...). Come molti film dell'est europeo (si pensa subito a "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni" di Mungiu), la regista mette in scena uno spaccato di vita durissimo e intenso, girando nel formato 4:3 per aumentare il senso di chiusura e di claustrofobia e trascinando lo spesttatore a forza, volente o nolente, nel degrado che circonda personaggi che hanno il gelo nel cuore (la storia si svolge d'inverno, e non poteva essere altrimenti). Ottima l'attrice protagonista. Il film ha vinto il Pardo d'Oro al Festival di Locarno.

0 commenti: