13 febbraio 2016

L'amore a vent'anni (aavv, 1962)

L'amore a vent'anni (L'amour à vingt ans)
di François Truffaut, Andrzej Wajda, Renzo Rossellini, Shintaro Ishihara, Marcel Ophüls – Fra/Ita/Gia 1962
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Visto in divx.

Film a episodi sul tema dell'amore giovanile, voluto dal produttore Pierre Roustang e girato da un eterogeneo gruppo di cineasti di cinque diverse nazionalità: due promettenti registi allora a inizio carriera, il francese François Truffaut e il polacco Andrzej Wajda, appena reduci da grandi successi (rispettivamente "Jules e Jim" e "Cenere e diamanti"); due "figli d'arte", ovvero l'italiano Renzo Rossellini e il tedesco Marcel Ophüls; e uno scrittore e futuro uomo politico, il giapponese Shintaro Ishihara. Il film è da ricordare soprattutto per il primo segmento, quello di Truffaut, con il quale il regista riporta in scena il personaggio di Antoine Doinel, già protagonista del suo lungometraggio d'esordio ("I quattrocento colpi"), mostrandoci cosa ne è stato di lui dopo la conclusione del film precedente e tramutandolo, dunque, in un personaggio "vivo", che invecchia in tempo reale insieme al suo interprete, Jean-Pierre Léaud. La saga di Doinel, vero e proprio alter ego dello stesso Truffaut, continuerà nel corso degli anni con altri tre film (a partire da "Baci rubati" del 1968). Il tema musicale dei titoli di testa (con relativa canzone, ogni strofa della quale è cantata in una lingua diversa) è di Georges Delerue, mentre a fare da collegamento fra i vari segmenti ci sono anche delle fotografie scattate da Henri Cartier-Bresson. Da notare che non tutte le copie del film presentano gli episodi nello stesso ordine: di solito quello di Truffaut è sempre il primo, ma quello di Wajda a volte è il secondo e a volte l'ultimo.

"Parigi" (aka "Antoine e Colette"), di François Truffaut (***), con Jean-Pierre Léaud e Marie-France Pisier
Dopo la fuga dal riformatorio (al termine de "I quattrocento colpi"), Antoine Doinel è stato ripreso ed è passato da un istituto minorile a un altro. Ora, a 17 anni, è finalmente libero di vivere la propria vita da solo, senza dover più rendere conto a nessuno. Ha un appartamento in zona Place de Clichy, lavora in una fabbrica di dischi, continua a frequentare l'amico René e trascorre molto tempo al cinema o nelle sale da concerti. In una di queste conosce la giovane Colette, di cui si innamora a prima vista: per frequentarla più spesso, si trasferisce a vivere in una stanza proprio di fronte all'abitazione di lei, ma la ragazza non sembra volerlo considerare più di un semplice amico. A nulla serve entrare nelle grazie dei suoi genitori, che lo invitano spesso a casa. Alla fine l'infatuazione per Colette, il suo primo amore, si tramuterà per Antoine nella sua prima delusione sentimentale. Sketch delicato, introspettivo, psicologicamente raffinato, pieno d'affetto per un personaggio che ha perso l'innocenza dell'infanzia ma non ha ancora acquisito la consapevolezza dell'età adulta e che pertanto si getta allo sbaraglio in tutte le cose della vita. C'è anche l'inserimento di una scena girata ai tempi de "I quattrocento colpi" ma poi esclusa dal montaggio finale di quel film.

"Varsavia", di Andrzej Wajda (**1/2), con Zbigniew Cybulski e Barbara Lass
Allo zoo di Varsavia una studentessa, Basia, e il suo fidanzato, Wladek, assistono a quella che potrebbe essere una tragedia: una bambina cade nella fossa degli orsi polari. Basia invita Wladek a salvarla, ma tutto quello che il ragazzo riesce a fare è scattare delle fotografie con la sua macchina. A calarsi nella fossa, coraggiosamente, è un altro uomo, Zbyszek, che riesce a portare in salvo la piccola. Colpita dal suo coraggio, Basia "scarica" Wladek e se ne va con l'uomo, invitandolo a salire in casa sua per rimettersi in sesto dopo la brutta esperienza. Qui i due sono raggiunti dagli amici della ragazza, che organizzano una festa in onore dell'"eroe". Ben presto, però, le differenze generazionali vengono alla luce (Zbyszek, che ha combattuto durante la guerra, non si trova a proprio agio con i giovani studenti, e la cosa è reciproca: alla fascinazione subentra la noia). E al mattino, la ragazza è pronta a perdonare e a riappacificarsi con il fidanzato, che nel frattempo era rimasto sotto casa sua, fra la neve, per tutta la notte.

"Roma", di Renzo Rossellini jr. (*), con Eleonora Rossi Drago, Cristina Gaioni
Leonardo (Geronimo Meynier) decide di lasciare Valentina (Rossi Drago), la sua fidanzata ricca e dell'alta società, per restare al fianco di Cristina (Gaioni), ragazza povera che ha messo incinta. Gelosa, Valentina si reca a casa di Cristina per confrontarsi con lei e metterla in guardia: Leonardo, ormai abituato a una vita di agi, si stuferà presto di lei... Episodio banale e pure senza una conclusione vera e propria.

"Tokyo", di Shintaro Ishihara (*1/2), con Koji Furuhata e Nami Tamura
Hiroshi, giovane operaio timido e taciturno, si innamora di una ragazza che incrocia per strada quando va al lavoro. Non ha il coraggio di parlarle, così la pedina ogni giorno fino a casa. Alla fine, senza nemmeno essere venuto a conoscenza del suo nome, la pugnalerà: il ragazzo è infatti un serial killer, che uccide le donne che ama ("Solo così mi apparterrà per sempre"). Mah. Episodio notturno e angosciante, con musica di Toru Takemitsu.

"Monaco", di Marcel Ophüls (**), con Christian Doermer e Barbara Frey
Toni, un giovane fotoreporter, sempre in giro per il mondo, trova il tempo di tornare a Monaco di Baviera per un giorno per far visita a Ursula, la ragazza che gli ha appena dato un figlio. I due, che si erano incontrati a una festa e avevano trascorso pochi giorni insieme, quasi non si conoscono. Ma la breve visita aiuterà Toni a responsabilizzarsi: arrivato con l'intenzione di riconoscere il figlio ma di chiudere lì la storia, ripartirà deciso a formare con la ragazza una vera famiglia.

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