26 dicembre 2015

Capriccio all'italiana (Monicelli, Steno, Pasolini, et al., 1968)

Capriccio all'italiana
di Mario Monicelli, Steno, Mauro Bolognini, Pier Paolo Pasolini, Franco Rossi – Italia 1968
con Totò, Walter Chiari, Silvana Mangano
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Visto in divx.

Come e ancor più che nei precedenti film ad episodi ai quali aveva contribuito (ovvero "Ro.Go.Pa.G.", con il segmento "La ricotta", e "Le streghe", con "La terra vista dalla luna"), in questo lungometraggio collettivo Pasolini svetta sui suoi colleghi con l'episodio non solo migliore del lotto, ma anche l'unico che francamente vale la pena di vedere: e non solo per meriti artistici, ma anche perché si tratta dell'ultima apparizione sul grande schermo di Totò, che sarebbe scomparso di lì a poco, senza nemmeno aver visto il film completato. Il corto di Pasolini, una poetica riflessione sul teatro (a partire da una recita dell'Otello di Shakespeare con le marionette), coinvolge tanti nomi celebri dello spettacolo e della comicità italiana (oltre al principe De Curtis, anche Domenico Modugno, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Laura Betti e altri ancora). Per il resto, da salvare solo in parte gli episodi di Steno (anche questo con Totò) e di Bolognini con Walter Chiari e Ira Fürstenberg, se non altro per curiosità legate a fenomeni sociali allora in voga, in primis la moda dei "capelloni", i ragazzi beat che impazzavano negli anni '60. Gli altri tre episodi (interpretati – come ne "Le streghe" – da una multiforme Silvana Mangano, che il marito-produttore Dino De Laurentiis amava infilare un po' ovunque) sono brevissimi e da dimenticare: nient'altro che barzellette poco divertenti.

"La bambinaia", di Mario Monicelli (*), con Silvana Mangano
Dopo aver rimproverato un gruppo di bambini che stavano leggendo fumetti violenti e "diseducativi" (Diabolik, Satanik, Kriminal), una bambinaia – che parla con forte accento tedesco – legge loro le fiabe di Perrault: ma i piccoli, spaventati e impauriti, piangono (mentre con i fumetti ridevano).

"Il mostro della domenica", di Steno (*1/2), con Totò e Ugo D'Alessio
Un uomo che disprezza i giovani capelloni si traveste in varie maniere per adescarli e sequestrarli. Soprannominato "Il mostro" dai giornali, viene infine arrestato dalla polizia. Ma quando scopre che si limitava a rapare a zero i giovani, il commissario lo lascia libero, incaricandolo anzi di tagliare i capelli anche al proprio figlio. Da salvare soltanto per Totò e i suoi travestimenti.

"Perché?", di Mauro Bolognini (*), con Silvana Mangano ed Enzo Marignani
Nel traffico di rientro in città dopo l'esodo di fine settimana, una donna tormenta il marito affinché vada più veloce, spingendolo infine ad aggredire un altro automobilista.

"Che cosa sono le nuvole?", di Pier Paolo Pasolini (***1/2),
con Totò e Ninetto Davoli
Una compagnia di marionette porta in scena l'"Otello". Ma il pubblico in sala si ribella contro le perfidie di Iago, e sale sul palco per aggredire lui e lo stesso Otello prima che uccida Desdemona. Le due marionette, malridotte, verranno gettate in una discarica, dove per la prima volta potranno guardare il cielo sopra di loro: "Oh, straziante, meravigliosa bellezza del creato!". Radunando amici (il poeta Francesco Leonetti, nel ruolo del marionettista; il cantante Domenico Modugno, l'immondezzaio, che intona una canzone scritta dallo stesso Pasolini) e celebri comici italiani (Franco e Ciccio, Carlo Pisacane, Mario Cipriani, Laura Betti, Adriana Asti), oltre all'ormai collaudata coppia Totò/Ninetto Davoli, il regista mette in scena una poetica riflessione sull'arte e la vita ("Siamo in un sogno dentro un sogno", spiega Totò a un perplesso Ninetto). Se sul palcoscenico le marionette – legate ai fili e manovrate dal burattinaio – recitano il loro copione, dietro le quinte le vediamo "libere" di riflettere, commentare e filosofeggiare sull'esistenza, i sentimenti e il destino ("Qual è la verità?", "Cosa sento dentro di me?"). Otello (Davoli), essendo stato costruito da poco e quindi appena nato, è pieno di curiosità e di stupore: chiede il perché di ogni cosa (sarà lui nel finale a esprimere la domanda che dà il titolo all'episodio), mentre Iago (un Totò dal volto colorato di verde, simbolo dell'invidia e dell'odio) è "cattivo" solo mentre recita la sua parte: per il resto elargisce con paterna comprensione massime di saggezza. All'inizio, i cartelloni che pubblicizzano gli spettacoli della compagnia di marionette fanno riferimento a lavori precedenti ("La terra vista dalla luna") e futuri ma mai realizzati ("Le avventure del re magio randagio", "Mandolini") di Pasolini con la coppia Totò-Ninetto, tutti tasselli di un ciclo "comico", parallelo al resto della sua filmografia, che era cominciato con "Uccellacci e uccellini" e termina purtroppo qui, prematuramente, a causa della morte del comico partenopeo. Il regista (che contemporaneamente stava già lavorando all'adattamento cinematografico di "Edipo Re") virerà per alcuni anni in un'altra direzione (quella delle tragedie greche e dei ritratti dei paesi del Terzo Mondo), per poi riprendere il progetto in mano – con l'intento di reclutare Eduardo De Filippo al posto di Totò – negli ultimi mesi prima della sua morte.

"Viaggio di lavoro", di Pino Zac e Franco Rossi (*), con Silvana Mangano
La sovrana di uno stato europeo, durante un viaggio in vari paesi dell'Africa, scatena un incidente diplomatico quando confonde uno stato per un altro. Parzialmente in animazione.

"La gelosa", di Mauro Bolognini (*1/2), con Ira Fürstenberg e Walter Chiari
Dopo una serata trascorsa a ballare, una ricca coppia litiga, con lui che la rimprovera di essere troppo gelosa. I due fanno un patto: cercheranno di avere fiducia l'uno dell'altro, senza farsi domande. Ma quando lo vede uscire vestito di tutto punto, la donna lo pedina fino a un appartamento, dove lo scopre in mutande... Si trattava però solo di una sartoria.

4 commenti:

sgrunt ha detto...

L'episodio di Pasolini (Totò, Betti, Ingrassia ecc) è da incorniciare!!!

Christian ha detto...

Infatti, è bellissimo! Il resto del film, invece, si può dimenticare.

Marisa ha detto...

l'episodio di Pasolini è pura poesia, una delle pagine più belle di tutta la sua filmografia. Il sapiente miscuglio di teatro e vita è il più convincente omaggio a Shakespeare secodo cui tra vita e sogno c'è più che un legame alternante...Le marionette poi danno qui un valore aggiunto e Modugno è grandissimo!
Va sicuramente scorporato dal resto del film e presentato in modo autonomo. E' un vero gioiello!

Christian ha detto...

Va sicuramente scorporato dal resto del film e presentato in modo autonomo.

Esatto. Semmai andrebbe visto insieme agli altri lavori di Pasolini con Totò ("Uccellacci e uccellini" e "La terra vista dalla luna").