26 novembre 2015

L'amore è più freddo della morte (R. W. Fassbinder, 1969)

L'amore è più freddo della morte (Liebe ist kälter als der Tod)
di Rainer Werner Fassbinder – Germania 1969
con R. W. Fassbinder, Ulli Lommel, Hanna Schygulla
**1/2

Visto in divx.

Il primo lungometraggio di Fassbinder (dopo due corti) è un gangster movie che abbina i temi del noir alla forma stilizzata e teatrale che caratterizzerà per lungo tempo i lavori del regista tedesco (anche perché indissolubilmente legati alle sue esperienze coeve con l'Antiteater, un collettivo spontaneo e "controcorrente" che aveva contribuito a fondare nel 1968). Franz (lo stesso Fassbinder, pur non accreditato) è un delinquente di piccolo calibro, che vive facendo prostituire la sua donna, Joanna (Schygulla). Avendo rifiutato di entrare a far parte di un sindacato, gli viene messo alle calcagne un gangster, il killer Bruno (Lommel, iconograficamente simile all'Alain Delon di "Frank Costello"). I due però diventano amici, al punto da condividere anche Joanna. Ne nasce uno strano triangolo, dove l'amore e l'amicizia si confondono. Insieme progettano una rapina in banca, ma il tradimento è in agguato... La scenografia scarna, la fotografia in bianco e nero, lo sfondo urbano delle periferie di Monaco, i piani sequenza (da segnalare la lunga e silenziosa camminata dei tre personaggi dopo che Bruno ha ucciso il rivale di Franz, o la scena in cui Bruno e Joanna fanno la spesa in un supermercato) danno un tocco autoriale a una sceneggiatura dominata da personaggi ambigui (e dove emerge uno dei temi preferiti del regista, quello del rapporto fra padrone e vittima), mentre l'uso delle inquadrature e gli scoppi improvvisi di violenza sembrano anticipare per certi versi Kitano. All'epoca, comunque, risultarono evidenti le influenze della Nouvelle Vague: e infatti la pellicola è dedicata a Claude Chabrol ed Éric Rohmer, oltre che a Jean-Marie Straub (che vi ha collaborato) e "Linio e Cuncho" (ovvero Lou Castel e Gian Maria Volonté, dai nomi dei personaggi da loro interpretati in "Quién sabe?"). Schygulla, che si mostra nuda, è alla sua prima (di tante) collaborazioni con il regista. Il successivo "Dei della peste" è una sorta di sequel.

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