14 novembre 2015

Il ladro di orchidee (Spike Jonze, 2002)

Il ladro di orchidee (Adaptation)
di Spike Jonze – USA 2002
con Nicolas Cage, Meryl Streep
**1/2

Visto in TV.

Lo sceneggiatore Charlie Kaufman, dopo il successo di "Essere John Malkovich" (anch'esso diretto da Jonze), viene incaricato di adattare per il cinema il libro "Il ladro di orchidee", un reportage della giornalista del "New Yorker" Susan Orlean (Meryl Streep) che parla di un bizzarro botanico, John Laroche (Chris Cooper), alla ricerca ossessiva di una preziosa orchidea nelle paludi della Florida. Ma il libro si rivela difficile da trasporre in una sceneggiatura cinematografica, soprattutto se – come cerca di fare Kaufman – si vuole mantenere intatta la sua mancanza di trama e la sua struttura non lineare, evitando ogni deriva hollywoodiana. Ben presto Charlie si ritrova impantanato a sua volta in una palude creativa ed esistenziale. Insicuro e sfiduciato, decide di inserire nella storia come personaggi dapprima l'autrice del libro, e poi addirittura sé stesso. La sceneggiatura diventa così la cronaca della sua stessa lavorazione, e il film che ne risulta non può che essere autoreferenziale e metacinematografico. Nel doppio ruolo di Charlie Kaufman e di suo fratello Donald – a sua volta sceneggiatore, ma specializzato in thriller e in pellicole più convenzionali e meno cervellotiche – c'è Nicolas Cage (anche se Kaufman, nel film stesso, afferma che avrebbe preferito Gérard Depardieu): il finale, per il quale Charlie chiede aiuto al fratello, diventa in effetti all'improvviso un thriller convenzionale, con tanto di deus ex machina (il coccodrillo) che risolve tutto. Originale e unico nell'affrontare il tema dell'arte che imita la vita (o è il contrario?), il film può per lunghi tratti risultare cervellotico o inconcludente: ma è inevitabile, visto che il suo intento è proprio quello di rappresentare sullo schermo l'impasse creativa e la difficoltà di esprimere sé stessi. La voce fuori campo di Kaufman lo riconosce apertamente, e la pellicola diventa così un viaggio nelle difficoltà di uno scrittore in crisi esistenziale, lasciando spazio a numerose riflessioni, per esempio sul confine fra realtà e finzione, e sul rapporto fra gli individui e il mondo che li circonda. In effetti il titolo originale, "Adattamento", ha un doppio significato: oltre al lavoro di trasposizione di uno sceneggiatore (dal libro al film), anche – in senso darwiniano – quello dell'evoluzione di una specie (che si tratti di un fiore o di un essere umano) per sopravvivere in un nuovo ambiente. Nel cast anche Cara Seymour, Brian Cox, Tilda Swinton e Maggie Gyllenhaal, più camei di Spike Jonze, John Malkovich, John Cusack, Catherine Keener e Curtis Hanson. Nella realtà, Charlie Kaufman non ha un fratello: Donald è immaginario, eppure è stato accreditato come co-sceneggiatore (e il film è dedicato alla sua memoria).

5 commenti:

Jean Jacques ha detto...

Film assurdo, anche se non il mio preferito di quelli sceneggiati da Kaufman - di cui attendo con ansia l'ultimo lavoro da regista. Incredibile poi vedere Cage che si ricorda di essere un attore...

Christian ha detto...

Mentre lo stavo guardando, il film non mi esaltava: poi mi sono reso conto che molti difetti sono voluti. E nel finale, commette apposta tutti gli errori di sceneggiatura di cui poco prima ci aveva messo in guardia!

Nicolas Cage qui è assai bravo: si distingue benissimo quale dei due gemelli sta interpretando in ogni scena, a seconda del linguaggio del corpo.

Marco C. ha detto...

Ricordo commenti tremendi da parte del pubblico all'uscita del film nelle sale. A me fece un'impressione strana, anche se memorabile.

Christian ha detto...

È un film che, giudicato a caldo, lascia perplessi. Bisogna lasciarlo decantare un po'.

Marco C. ha detto...

Concordo.