26 settembre 2015

The endless river (Oliver Hermanus, 2015)

The endless river (id.)
di Oliver Hermanus – Sudafrica/Francia 2015
con Nicolas Duvauchelle, Crystal-Donna Roberts
**

Visto al cinema Centrale, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia).

Gilles, francese trasferitosi a vivere in un ranch in Sudafrica, vede la propria famiglia sterminata nottetempo in maniera efferata da tre uomini introdottisi in casa sua. Fra i sospettati c'è Percy, delinquente da poco uscito di prigione dopo aver scontato quattro anni per una rapina: ma qualche giorno più tardi anche lui è ritrovato morto, proprio lungo la strada che conduce alla fattoria. Uniti dai rispettivi lutti, Gilles e Tiny – la moglie di Percy che lavora come cameriera nella locale tavola calda – si scoprono vicini e cercano conforto l'uno nell'altra per vincere le rispettive solitudini. Diviso pretestuosamente in tre capitoli, il film mette in primo piano il dolore, la rabbia e i sentimenti dei suoi personaggi, lasciando sullo sfondo le spiegazioni: ma gli manca forse un climax, soprattutto in una terza parte che convince poco con la posticcia storia d'amore fra i due protagonisti e che scorre inutilmente in attesa di una svolta chiarificatrice, congedandosi dallo spettatore con una scena tutta da interpretare (quella della pioggia notturna). Con un titolo preso da un album dei Pink Floyd, il film del trentaduenne Oliver Hermanus ha sconcertato il pubblico e ha raccolto fischi al festival di Venezia, anche se in fondo è meno peggio di quanto si è scritto in giro. Ha certo il demerito di una sceneggiatura che non convince nelle sue svolte e che si rivela inconcludente; ma in compenso, soprattutto nella parte centrale, affronta con realismo e amara intensità il dolore e lo spaesamento di chi ha subito un'incomprensibile violenza ed è alla disperata ricerca di appigli per continuare a vivere.

0 commenti: