26 luglio 2015

The love eterne (Li Han-hsiang, 1963)

The Love Eterne (Liang Shan-bo yu Zhu Ying-tai)
di Li Han-hsiang – Hong Kong 1963
con Betty Loh Ti, Ivy Ling Po
***1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli.

Prodotto dagli Shaw Brothers, uno dei più celebri musical hongkonghesi degli anni '60, ispirato alla leggenda tradizionale cinese degli "amanti farfalla" (dalla scena finale in cui i due, dopo la morte, si tramutano in farfalle). I protagonisti sono Zhu Ying-tai, ragazza sedicenne di famiglia nobile e ricca, che vuole testardamente studiare e istruirsi come fanno i suoi coetanei maschi, e per questo motivo si traveste da uomo; e Liang Shan-bo, suo compagno di studi, "fratello giurato" e amico per la pelle, del quale naturalmente si innamora. Per tre anni i due studiano insieme e sono inseparabili: quando Ying-tai rivelerà a Shan-bo di essere una ragazza, questi chiederà di sposarla. Ma Ying-tai è già stata promessa dal padre a un altro uomo. Non potendo essere uniti in vita, i due finiranno con l'esserlo nella morte. Enorme successo di pubblico all'epoca, nonché fenomeno sociale e culturale, la pellicola rappresenta il picco – cinematograficamente parlando – del filone musicale dell'opera Huangmei, una forma di spettacolo teatrale di origine popolare e considerata meno "elitaria" rispetto ad altri tipi di opera cinese, una sorta di operetta dunque, i cui drammi prevedono spesso pochi personaggi (in questo caso, di fatto, solo due), situazioni vivaci e melodie semplici e cantabili. L'origine teatrale è conservata nell'impostazione della pellicola anche grazie a una regia elegante e a scenografie volutamente artificiose, con i personaggi immersi in scenari naturali che riflettono i loro sentimenti (alberi fioriti e laghetti ridenti quando sono felici e innamorati, desolazione e tempeste quando sono tragicamente pronti alla morte). I numeri musicali sono lunghi ed elaborati, ma scorrono con piglio leggero e vivace (si pensi al lungo cammino di Ying-tai verso casa, accompagnata da Shan-bo, con la prima che lancia continue allusioni al fatto di essere una ragazza, allusioni che il secondo non coglie). L'ambientazione della leggenda originale durante la dinastia Jin (265–420 d.C.) contribuisce a donare alla vicenda un'astrattezza fuori dal tempo, cui non è estraneo anche il memorabile finale metafisico. Anche se il tema principale della storia, all'apparenza, è la libertà di amare e sposare chi si desidera (a Ying-tai viene detto più volte che le ragazze non hanno voce in capitolo, e che a scegliere il loro futuro marito devono essere i genitori), con non pochi accenni alla parità di genere e ai diritti delle donne, dietro le quinte c'è un forte connotato omosessuale: di fatto Shan-bo amava Ying-tai anche quando credeva che fosse un maschio, al punto che non si scompone più di tanto alla rivelazione che si tratta di una donna. L'iniziale affinità intellettuale si tramuta in modo del tutto naturale in affinità sentimentale. Come se non bastasse, se Ying-tai (Betty Loh Ti, ma il canto è quello di Tsin Ting) è una donna che si veste da uomo nella finzione, Shan-bo lo è nella realtà: il personaggio (maschile) è infatti interpretato da un'attrice, Ivy Ling Po, che divenne immediatamente una star in tutto il sud-est asiatico. La stessa storia è alla base dei film "The lovers" (1994) di Tsui Hark e "The butterfly lovers" (2008) di Jingle Ma.

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