18 luglio 2015

Lo studente di Praga (Stellan Rye, 1913)

Lo studente di Praga (Der Student von Prag)
di Stellan Rye [e Paul Wegener] – Germania 1913
con Paul Wegener, John Gottowt
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Visto in divx.

Per ottenere il denaro necessario a frequentare la contessa di cui si è invaghito, il povero studente Balduin (Baldovino) accetta di vendere a un misterioso individuo nientemeno che... la propria immagine riflessa nello specchio! Nasce così un suo "doppio", che incrocia spesso il suo cammino e gli mette regolarmente i bastoni fra le ruote, per esempio sostituendosi a lui in un duello. Antesignano e precursore del cinema espressionista e fantastico tedesco, ispirato ai racconti di Chamisso (in particolare la "Storia straordinaria di Peter Schlemihl", il cui protagonista vendeva la propria ombra) e di E.T.A. Hoffman (come "Avventure della notte di San Silvestro", che riprende proprio il personaggio del racconto di Chamisso), questo film innovativo fu pensato e fortemente voluto dall'attore Paul Wegener, grande visionario e futuro regista del "Golem", capace qui di sdoppiarsi sullo schermo grazie ad effetti ottici mirabilmente eseguiti e che appaiono ancor oggi efficaci. Ambientato nel 1820 in una città, quella praghese, ricca di suggestioni e superstizioni (zingare che predicono il futuro, mefistofeliche figure di maghi/alchimisti dal nome italiano, e naturalmente il celebre cimitero ebraico), e debitore – come tutto il filone cui appartiene – al Faust goethiano, così come al tema del doppio (affrontato in letteratura da Wilde, Poe e Dostoevskij), il film recupera quel senso di fantastico e di inquietante che aveva caratterizzato il cinema degli esordi (si pensi a Méliès, dove però il tutto era venato da una leggerezza quasi comica, qui sostituita da un'angoscia romantica tipicamente tedesca) e che stava passando un po' in secondo piano rispetto al realismo storico e documentaristico delle coeve produzioni italiane e francesi. Grazie a una fotografia palpabile e concreta, e a scenografie reali e avvolgenti, ne nasce una narrazione visiva e un tipo di linguaggio che darà vita non solo all'espressionismo tedesco vero e proprio (di cui lo stesso Wegener sarà un rappresentante fondamentale), ma in un certo senso a tutto l'odierno cinema fantastico d'intrattenimento. La modernità della pellicola è tale che, a tratti, sembra quasi incredibile che risalga al 1913, dunque prima delle grandi innovazioni cinematografiche di Griffith. Memorabili sequenze come quella in cui Balduin gioca a carte con sé stesso. La regia è attribuita al danese Stellan Rye, ma lo stesso Wegener ne fu in parte responsabile, così come lo sceneggiatore Hanns Heinz Ewers. Il successo di pubblico fu grande, tanto che la pellicola venne rapidamente esportata anche all'estero (in America, in particolare, fu ribattezzata "A Bargain with Satan", ovvero "Un patto con Satana"). Venne rifatto nel 1926, sempre muto, da Henrik Galeen con Conrad Veidt, e poi nel 1935, da Arthur Robison con Anton Walbrook.

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