14 maggio 2015

Oxford Murders (Álex de la Iglesia, 2008)

Oxford Murders - Teorema di un delitto (The Oxford Murders)
di Álex de la Iglesia – GB/Spagna/Francia 2008
con Elijah Wood, John Hurt
**1/2

Visto in TV, con Sabrina.

Lo studente americano Martin (Elijah Wood) giunge a Oxford con l'intenzione di studiare matematica sotto la guida dell'arrogante professor Arthur Seldon (John Hurt), ma rimane coinvolto insieme a lui in quella che sembra l'opera di un serial killer che, con i suoi delitti, intende sfidare l'intelligenza e la logica di Seldon. Per il suo primo film in lingua inglese, il regista spagnolo Álex de la Iglesia adatta un romanzo dello scrittore (e matematico) argentino Guillermo Martínez per imbastire una sorta di avventura moderna di Sherlock Holmes (con Seldon nei panni di Holmes e Martin in quelli di Watson; e c'è pure un ispettore di polizia simil-Lestrade) sullo sfondo del più prestigioso college britannico per gli studi scientifici. Fra citazioni (Turing e la macchina Enigma), omaggi e parodie (Andrew Wiles e l'ultimo teorema di Fermat, ribattezzati rispettivamente Wilkes e Bormat), la vicenda si dipana come un giallo-horror classico, dove tutti possono essere sospettati, benché nel finale non manchino colpi di scena. Il tema ricorrente è quello delle serie logiche, sequenze di numeri o di simboli in cui si è sfidati a indovinare l'elemento successivo: ma proprio come nel caso dei delitti seriali, "se la formula è sufficientemente complicata, l'elemento seguente può essere indeterminato" (come suggerisce il paradosso della regola di Wittgenstein). En passant, la sceneneggiatura ci butta dentro (e non sempre a sproposito) il teorema di Gödel, il principio di indeterminazione di Heisenberg, il tetraktys della setta dei pitagorici, e discussioni filosofiche sulla causalità (con la classica metafora dell'effetto farfalla) e sulla possibilità di compiere un delitto perfetto. Come sempre in questo tipo di film, gran parte della caratterizzazione dei protagonisti è data dal contrasto fra di loro (a parte l'età, Martin e Seldon sono separati da opposte filosofie di vita: il giovane è ottimista, crede nell'ordine e nel significato dell'esistenza; il professore è cinico e disilluso, e ritiene che nel mondo non esista una verità: "Anche i numeri mentono"). Bella comunque l'atmosfera (c'è anche spazio per la commemorazione di Guy Fawkes del 5 novembre: chi ricorda "V for Vendetta"?) e buono il cast (la bella Leonor Watling, Julie Cox, Dominique Pinon, Anna Massey, Alex Cox), ma forse la pellicola è più superficiale di quanto non sembri. In ogni caso si discosta parecchio dagli altri lavori del regista, di cui mancano del tutto l'ironia e il grottesco. In origine i ruoli erano stati pensati per Gael García Bernal e Michael Caine.

5 commenti:

Babol ha detto...

Non ne conoscevo l'esistenza, DEVO recuperarlo!! :D

Christian ha detto...

Vale la visione, secondo me: giallo vecchio stile, buona caratterizzazione dei personaggi, tanti riferimenti alla matematica! :P

Lakehurst ha detto...

non mi ha entusismato molto; sicuramente il peggiore di de la Iglesia, ma anche come giallo/thriller mi è sembrato deboluccio, dialoghi ai limiti dell'imbarazzo, risoluzione non ovvia, ma fin troppo facile, completamente privo di altri livelli. rimane solo la regia dello spagnolo, buona, ma non è sufficiente.

Christian ha detto...

A me non è dispiaciuto, ma di certo è molto diverso come stile e spirito dagli altri film del regista (di cui però non sempre apprezzo il grottesco senza freni e le post-tarantinate...).

Christian ha detto...

Dimenticavo, a proposito di "altri livelli": io ce li ho trovati, soprattutto nel campo della matematica. Già il parallelo fra i serial killer e le serie logiche mi è parso interessante... ^^