2 maggio 2015

Carmen (Cecil B. DeMille, 1915)

Carmen (id.)
di Cecil B. DeMille – USA 1915
con Geraldine Farrar, Wallace Reid
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Visto su YouTube.

La zingara Carmen, in accordo con un gruppo di contrabbandieri, seduce l'incorruttibile ufficiale dei "dragoni" José in modo da permettere ai suoi compagni di far entrare la merce in città. Dopo aver costretto l'uomo al tradimento, lo abbandona perché innamorata del torero Escamillo. José si vendicherà pugnalandola fuori dalla plaza de toros. Liberamente tratta dall'opera di Bizet (più che dal romanzo di Mérimée) e interpretata da una celebre soprano dell'epoca (che però, essendo un film muto, non può cantare!), una pellicola che semplifica la vicenda riducendo il numero di personaggi e le loro motivazioni. Al centro c'è lo spirito libero e proto-femminista di Carmen ("Non appartengo a nessuno! Il mio amore è mio, da dare o negare a chi voglio"), vittima della gelosia di un José senza particolari qualità morali. Buono il ritmo, parecchio intenso, così come la regia "moderna" che sfrutta bene gli scenari e gli esterni (vedi per esempio la scena della corrida) e approfondisce le emozioni dei personaggi grazie ai tanti primi piani. La "Carmen" era già stata adattata più volte dal cinema muto, sin dal 1907 (fra le tante pellicole, è da citare quella italiana di Giovanni Doria del 1914), ma è proprio nel 1915 che ebbe il suo momento di gloria: nello stesso anno del film di DeMille, infatti, uscì anche un'altra versione diretta da Raoul Walsh con Theda Bara come protagonista. I due registi furono in feroce competizione per giungere nelle sale prima del rivale: la spuntò Walsh, il cui film (giudicato inferiore dalla critica, anche se ebbe più successo di pubblico) è però oggi andato perduto. Del clamore suscitato dalla diatriba ne approfittò Charlie Chaplin, che l'anno dopo ne realizzò una parodia. E nel 1918 arriverà la versione di Lubitsch con Pola Negri, "Sangue gitano".

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