12 aprile 2015

Un sacco bello (Carlo Verdone, 1980)

Un sacco bello
di Carlo Verdone – Italia 1980
con Carlo Verdone, Mario Brega
**1/2

Rivisto in TV, con Sabrina.

Nel suo film d'esordio come regista, il comico Carlo Verdone interpreta tre personaggi le cui storie sono ambientate a Roma nell'arco di una giornata, un caldo e assolato Ferragosto. Il coatto Enzo progetta un viaggio in auto fino in Polonia, meta idealizzata del "sesso facile": ma l'amico con cui dovrebbe partire (Renato Scarpa) ha un malore dopo pochi chilometri ed è costretto a rinunciare. Il fricchettone Ruggero, entrato a far parte di una comunità hippie che vive nelle campagne di Città della Pieve, incontra per caso suo padre (Mario Brega) mentre fa volantinaggio a un incrocio. L'uomo cercherà di fargli mettere la testa a posto, lasciandolo parlare con una serie di personaggi bizzarri (tutti interpretati dallo stesso Verdone) – un prete, il cugino "integrato", un autoritario professore – ma senza successo. Il timido e represso Leo abita a Trastevere nell'appartamento della madre, che lo aspetta al mare per le vacanze: non riuscirà a partire perché trascorrerà il pomeriggio con una giovane turista spagnola, Marisol (Veronica Miriel), accompagnandola al giardino zoologico e ospitandola la sera in casa sua; ma sul più bello arriverà il fidanzato a riprendersela. Escludendo gli incipit, in cui ogni storia sembra mettere in moto la successiva, e il pre-finale, quando un'esplosione (eravamo agli sgoccioli degli "anni di piombo") sembra brevemente ricordare allo spettatore che i tre episodi avvengono in contemporanea, le vicende scorrono in parallelo, montate alternativamente, senza alcun punto in comune se non quello di rappresentare tre esempi di fallimento (le mete e gli obiettivi si rivelano irraggiungibili) e di mettere in luce le capacità comico-attoriali di Verdone, in grado di calarsi in figure diversissime fra loro, decisamente caricaturali, patetiche e perdenti (vedi la scena in cui Enzo sfoglia le pagine semivuote della sua rubrica di numeri telefonici), spesso caratterizzate dal modo di parlare, dal gergo, dai tic e dai difetti in genere. Alcuni di questi personaggi provenivano dalla precedenti esperienze televisive di Verdone, che nei film immediatamente successivi (già a partire da "Bianco, rosso e Verdone", del 1981) proseguirà sulla stessa strada. Fra i comprimari, un grande Mario Brega ("Non sono comunista così..." [mostrando un pugno chiuso] "Sono comunista così!" [mostrando due pugni chiusi]), il cui personaggio si chiama – nome e cognome – come lui. Evidenti citazioni e riferimenti al cinema italiano precedente: da "I vitelloni" a "La dolce vita" (il tuffo di Marisol nella vasca dei pinguini come il bagno di Anita Ekberg nella fontana di Trevi), fino – naturalmente – a "Il sorpasso". Prodotto da Sergio Leone, il film è musicato da Ennio Morricone.

4 commenti:

Valentina Orsini ha detto...

Il primo grande Verdone, diluito nei personaggi che tanto amava mettere in scena. Quel sapore rimane intatto negli anni '80 e primi 90. Io darei senz'altro più stelle però, azzarderei un eccellente. ;-)

Felice di scoprire il tuo blog. =)

Christian ha detto...

Ciao e grazie del commento, Valentina! Personalmente non mi sento molto in sintonia con il cinema italiano degli anni ottanta, e questo spiega il voto forse bassino... Però riconosco le qualità di Verdone! ^^

Fabio ha detto...

Amo moltissimo Verdone pur non amando molto i suoi film. E' un attore con moltissime qualità e sfumature (e le macchiette sono solo una).
E' stato originale, non ha copiato nessuno dei mostri sacri della commedia... e in Italia non era facile.

Christian ha detto...

Sicuramente è da annoverare fra i nomi da salvare del cinema italiano comico degli anni ottanta-novanta, insieme ad altri attori-registi come Troisi, Moretti, Nichetti, e pochi altri...