6 aprile 2015

The Lego Movie (P. Lord, C. Miller, 2014)

The Lego Movie (id.)
di Phil Lord, Christopher Miller – USA/Danimarca 2014
animazione digitale
***1/2

Visto in TV, con Sabrina.

Il malvagio Lord Business è entrato in possesso del Kragle, l'arma segreta che gli consentirà di governare e distruggere tutti i regni che compongono il multiverso. A contrapporsi a lui, secondo una profezia, può essere solo lo "speciale", ovvero colui che troverà il "pezzo forte" ("piece of resistance" nella versione originale), l'unico oggetto capace di fermare i piani del cattivo. A sorpresa, l'eletto risulta essere Emmet, un semplice operaio della città di Bricksburg, "uomo medio" ordinario in tutto e per tutto e apparentemente privo di spirito di iniziativa e intraprendenza: è infatti del tutto integrato nella società creata da Business, che si regge sull'omologazione e sulla soppressione di qualsiasi forma di creatività (e dove anche l'intrattenimento popolare concesso alle masse segue schemi fissi e imposti dall'alto, come si nota nei tormentoni della canzone "È meraviglioso" e dello show televisivo "Dove sono i miei pantaloni?"). Business è infatti ossessionato dall'ordine, dal rispetto delle regole e dalla ricerca della "perfezione": anche per questo motivo ha separato i mondi l'uno dall'altro, per impedire a cose e personaggi diversi di interagire fra loro. Emmet si unirà a un gruppo di ribelli di diversa provenienza che si oppongono al dittatore: ma per avere la meglio su di lui, dovrà uscire dalla propria dimensione e incontrare, metafisicamente, il proprio demiurgo, "l'uomo che sta in alto"... Originale pellicola (che segna il ritorno della Warner Bros al cinema di animazione a oltre dieci anni di distanza dall'ultimo tentativo) ispirata ai celebri mattoncini da costruzione, "The Lego Movie" è un film che funziona su molteplici livelli, di cui la storia è soltanto il primo e il più superficiale (anche perché, a ben vedere, è una trama inventata sul momento da un ragazzino che gioca con i suoi Lego: si spiegano così i crossover e la comparsata di personaggi di franchise differenti – i supereroi della DC Comics, Star Wars, il Signore degli Anelli, Harry Potter, i giocatori della NBA... – o i tanti luoghi comuni dei film di avventura; il bambino gioca con i pezzi a sua disposizione e non si fa scrupolo di mescolare personaggi che non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri, o di sovracaratterizzarli in maniera ridicola, come nel caso di Batman). C'è poi il gioco delle citazioni cinematografiche: la profezia su Emmet ne fa una sorta di eletto come il Neo di "Matrix" (con Vitruvius nei panni di Morpheus e Wyldstyle in quelli di Trinity); la fuga dalla città di Bricksburg ricorda quella di "The Truman Show"; il poliziotto Poliduro, dal doppio volto, fa venire in mente il sindaco di "Nightmare before Christmas"; in generale, il concetto dei vari mondi (il west, il medioevo, i pirati...) riecheggia "Il mondo dei robot" di Michael Crichton; e così via. L'ironia e le battute tongue in cheek (Batman che usa solo pezzi neri...) fanno parte del concetto di divertimento infantile, sregolato, che dà libero spazio alla fantasia e all'immaginazione.

Ma dove il film sale davvero di livello è con la scena in live action, che da un lato ammanta di toni metafisici, appunto, la storia "interna" (Emmet incontra Dio padre e figlio, e ha una sorta di "illuminazione" buddista, tanto che diventa finalmente un "maestro costruttore", ossia un individuo capace di "vedere" i codici numerici dei vari pezzi di Lego e dunque di usarli per costruire qualcosa di nuovo), e dall'altro esplicita il vero significato del lungometraggio stesso: nel mondo reale il cattivo è il padre, che si è impossessato dei giochi destinati al figlio, gli impedisce di toccare quello che ha costruito e addirittura utilizza la colla (il "Kragle" non è altro che un tubetto di "Krazy Glue", con il quale l'uomo è solito fissare irrimediabilmente i mattoncini affinché non vengano più staccati, mentre il "pezzo forte" è il tappo del tubetto) per andare contro quella che è l'autentica filosofia del Lego: la creatività senza regole, con la libertà di ignorare – se si vuole – le istruzioni di montaggio fornite insieme alle scatole per costruire invece tutto ciò che la fantasia suggerisce, utilizzando i pezzi a disposizione (e spesso "riciclandoli" da altre cose: mitica la scena in cui Batman ruba un pezzo dal Millenium Falcon di "Guerre stellari", o il pirata che ha sostituito il proprio corpo con un robot formato da mattoncini presi qua e là), anche se provengono da set diversi e distanti nel tempo e nello spazio (il bambino usa come personaggio anche un astronauta di un vecchia confezione degli anni ottanta). Il film diventa dunque anche una sorta di critica sociale (agli adulti che giocano con i giochi dei bambini, impedendo ai figli di divertirsi, anche perché – a differenza di loro – intendono seguire sempre alla lettera le istruzioni accluse) e supera, anzi decostruisce con una certa irriverenza, i limiti intrinseci di tante pellicole di animazione recenti, avvicinandosi semmai a vette metanarrative come quelle della serie di "Toy Story" della Pixar, dove però giocattoli e bambini convivevano nello stesso mondo e non in due piani diversi. Ecco perché il finale a sorpresa è forse apprezzato più dagli spettatori adulti che non dai bambini, dal cui punto di vista, invece, la scena nel mondo reale in un certo senso può distruggere la "magia" del film. A tratti, nella descrizione di Bricksburg e della società voluta da Lord Business, ci si avvicina alla parodia del fascismo o del totalitarismo (con echi dell'orwelliano "1984", oltre che dei già citati "The Truman Show" e "Matrix"), ma anche della società dei consumi. Chi l'avrebbe detto che un film sul Lego avrebbe parlato in questo modo dei "mattoncini integrati nel sistema"? I registi, anche sceneggiatori, sono quelli di "Piovono polpette". Gli attori del segmento dal vivo sono Will Ferrell (il padre, che in originale dà anche la voce a Lord Business) e Jadon Sand (il figlio). L'animazione è digitale, e non in stop motion (lo sforzo richiesto sarebbe stato immane!), ma il risultato è di tutto rispetto. Visto il grande successo, sia di critica che di pubblico, sono stati messi in cantiere sequel e spin-off.

8 commenti:

Jean Jacques ha detto...

Per me una vera e propria sorpresa.
E' MERAVIGLIOSOOOOO!

James Ford ha detto...

Molto, molto carino davvero.
Una delle sorprese più interessanti dell'animazione dello scorso anno.

Christian ha detto...

Sì, proprio una sorpresa! Funziona su più livelli, e celebra la "creatività" che è alla base del gioco stesso del Lego.

Lakehurst ha detto...

la coppia di registi è fantastica nella creazione di sequenze puramente anarchiche (che erano l'innovazione nell'ironia di piovono polpette), in tutto il primo terzo del film si accumula una serie di sequenze a mala pena legate le une alle altre da un ritmo forsennato e riesce a divertire e interessare. Quando giocano con l'anrchia, Lord e Miller, vincono

Christian ha detto...

"Piovono polpette" devo ancora vederlo, lo recupererò!

Lakehurst ha detto...

i primi 20-30 minuti sono magnifici

Mauro ha detto...

Dopo aver letto la tua recensione mi sono affrettato a vedere il film e confermo il tuo parere: uno dei migliori film di animazione che abbia mai visto.
Perfino i titoli di coda con la canzone cantata da Batman è uno spasso. Per non parlare dei Duplo in modalità Borg.

Christian ha detto...

"Ora può giocare anche tua sorella"... Ah ah ah! ^^