15 luglio 2014

Sugar Man (Malik Bendjelloul, 2012)

Sugar Man (Searching for Sugar Man)
di Malik Bendjelloul – Svezia/GB 2012
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Visto al Conservatorio (rassegna Arianteo), in originale con sottotitoli, con Sabrina, Marisa, Eleonora, Costanza.

All'inizio degli anni settanta, il cantante folk Sixto Rodriguez incise a Detroit due dischi che non ebbero alcun successo e misero fine precocemente alla sua carriera musicale. In qualche modo, però, le sue canzoni giunsero in Sudafrica (a quei tempi isolato dal resto del mondo a causa dell'Apartheid e dei boicottaggi) dove fecero furore e divennero celebri, anche per i testi anti-establishment, ispirando un'intera generazione che crebbe convinta che in America Rodriguez fosse una star di prim'ordine, ai livelli di Bob Dylan se non di più. I suoi fan si stupirono quando, nei decenni seguenti, scoprirono che non solo negli Stati Uniti nessuno ne aveva mai sentito parlare, ma addirittura che non ci fossero notizie certe sulla sua identità. Intenzionati a svelare il mistero attorno all'artista, e in particolare le dicerie sulla sua morte (di cui circolavano diverse versioni, tutte spettacolari e inverosimili, come quella secondo cui si sarebbe dato fuoco sul palco durante un concerto), due musicologi di Cape Town cominciano un'indagine che li porterà a rintracciare il cantante, ancora vivo negli Stati Uniti e del tutto all'oscuro della sua fama in un paese così lontano. Una storia tanto vera quanto incredibile, conosciuta da pochi e portata alla ribalta internazionale da questo documentario che, fra le altre cose, ha vinto il Premio Oscar nella sua categoria. Costruito come un avvincente giallo a lieto fine, con una regia e una fotografia degne di un film di finzione, la pellicola fa riflettere sul rapporto fra gli artisti e i loro fan (cosa sarebbero stati i più grandi musicisti rock se non avessero avuto successo di pubblico?) e guida lo spettatore con le sue testimonianze attraverso una vicenda talmente insolita da far persino sospettare a tratti di trovarsi di fronte a un mockumentary alla "Forgotten Silver". Oltre ai suoi pregi cinematografici, il film ha ovviamente il merito di aver (ri)portato Rodriguez sotto i riflettori anche in patria, visto che le sue canzoni (ampiamente presenti nella colonna sonora) sono state finalmente rieditate e diffuse. Inquietante parallelo, il documentario risulta essere l'unico film diretto dal giornalista svedese Malik Bendjelloul, che si sarebbe suicidato due anni dopo (ovvero due mesi fa) per depressione.

4 commenti:

James Ford ha detto...

Film sentito e molto ben costruito.
Riuscì a mettere perfino d'accordo me e il Cannibale.

Cannibal Kid ha detto...

mi tocca confermare quanto detto da ford.
splendido film e rodriguez rivelazione musicale totale!

Christian ha detto...

Fa davvero appassionare lo spettatore all'argomento (e al personaggio) trattato: così devono essere i documentari!

cecilia ha detto...

Film incredibile, capolavoro assoluto!
bellissima recensione, complimenti