9 luglio 2014

Sin City (R. Rodriguez, F. Miller, 2005)

Sin City (id.)
di Robert Rodriguez, Frank Miller – USA 2005
con Mickey Rourke, Bruce Willis, Clive Owen
***

Rivisto in DVD, con Sabrina.

Dalla serie a fumetti noir di Frank Miller, tre violente storie ambientante nell'immaginaria Basin City (rinominata da tutti Sin City, ovvero la "città del peccato", perché vizio e corruzione vi imperano ad ogni livello). Il rude Marv (Mickey Rourke) intende scoprire chi ha ucciso la prostituta Goldie, l'unica donna che lo abbia mai amato. Il detective Hartigan (Bruce Willis) salva la giovane Nancy (Jessica Alba) da uno stupratore pedofilo, figlio di un potente senatore che gli giura vendetta. L'avventuriero Dwight (Clive Owen) è alle prese con l'omicidio di un poliziotto (Benicio Del Toro) che potrebbe far saltare la "tregua" fra le prostitute della città bassa e le forze dell'ordine. Gli elementi sono quelli classici della narrativa hard boiled: uomini duri e tutti d'un pezzo, donne fatali, gangster psicopatici, politici corrotti, in un mondo senza sfumature di grigio (in tutti i sensi). L'onnipresente voce fuori campo veicola pensieri ed emozioni di personaggi che si rifanno alla tradizione degli eroi di Raymond Chandler o Dashiell Hammett, condita con la violenza eccessiva e grottesca dei film di exploitation o dei loro eredi tarantiniani. E proprio nell'ombra di Tarantino si dipana questa versione cinematografica, e non solo perché il buon Quentin (accreditato come "special guest director") ne ha girato una breve sequenza – quella del surreale dialogo in auto fra Dwight e il defunto Jackie-boy – ma soprattutto perché al timone dell'intera operazione c'è il suo amico e sodale Robert Rodriguez. L'approccio del regista messicano è quello di un'estrema fedeltà al materiale di partenza ("Non volevo fare Sin City di Robert Rodriguez, volevo fare Sin City di Frank Miller"), e per questo motivo ha fatto salire a bordo lo stesso fumettista nelle vesti di co-sceneggiatore e co-regista (per Miller è l'esordio dietro la macchina da presa). Grazie a un massiccio uso delle tecnologie digitali, le vignette degli albi originali sono state trasposte sullo schermo in maniera stupefacente, conservandone tutto il fascino e riproponendone la grafica stilizzata e le soluzioni espressive: le immagini sono in un contrastatissimo bianco e nero, tranne piccoli particolari (le labbra rosse, gli occhi blu, i capelli biondi delle ragazze, i colori di automobili od oggetti da far risaltare al momento opportuno), le scene d'azione sono dinamiche e irreali, le inquadrature sono prospettiche o deformate, così come le fattezze fisiche di alcuni personaggi (vedi Mickey Rourke o Nick Stahl, il "bastardo giallo"). L'aspetto visivo è pertanto il punto di forza di un film che per il resto si appoggia sulle convenzioni di genere, ovvero una violenza esasperata e grottesca (da non prendere sul serio, dunque), personaggi monodimensionali e stereotipati (in particolare le donne, tutte prostitute o spogliarelliste, a seconda dei casi da proteggere o da temere), colpi di scena improvvisi e spiazzanti. Avendo fuso insieme vicende provenienti da volumi diversi, la struttura del film risulta simile a quella di "Pulp Fiction", con storie separate ma che si incrociano occasionalmente fra loro e dalla cronologia sfasata (a un certo punto ritroviamo in vita personaggi morti in sequenze precedenti). Di contro, rispetto al fumetto, la visione del film "impone" il proprio ritmo (chi legge può scegliere di soffermarsi più o meno a lungo su una vignetta o una pagina in particolare) e non è detto che ciò che si perde nella cadenza si guadagni sempre in dinamicità. Nel ricchissimo cast, da segnalare anche Elijah Wood (il cannibale Kevin), Josh Hartnett (il giovane killer del prologo), Michael Madsen (il collega che tradisce Hartigan), Rutger Hauer (il cardinale), Jaime King (Goldie), Michael Clarke Duncan (Manute) e, fra le prostitute, Rosario Dawson (Gail), Devon Aoki (la letale Miho) e Alexis Bledel (la protagonista del telefilm "Una mamma per amica", cui si allude scherzosamente). Per la sequenza che ha diretto, Tarantino si è fatto pagare solo un dollaro: un modo per rendere il favore a Rodriguez, che aveva voluto la stessa cifra per il suo contributo alla colonna sonora di "Kill Bill". Due anni più tardi, nello stesso stile grafico, Zack Snyder porterà sullo schermo un altro fumetto di Miller, "300", mentre quest'ultimo si riunirà con Rodriguez per l'imminente sequel di "Sin City" in uscita fra pochi mesi.

4 commenti:

Babol ha detto...

Sin City è un film che adoro e che rivedrei di continuo. Non vedo l'ora che esca il seguito, proprio ieri sera al cinema ho visto il trailer... spero sia all'altezza del primo!!

Christian ha detto...

Anch'io ho appena visto il trailer del seguito... E per questo ho voluto rivedermi il primo !^^

Jean Jacques ha detto...

A me invece non ha mai entusiasmato particolarmente. Non brutto, ma mi sembra una cosa che forse era meglio prendere a piccole dosi.

Christian ha detto...

In effetti, visto che fonde insieme più episodi del fumetto, può dare l'impressione di mettere troppa carne al fuoco (nulla vieta però di guardarlo in più fasi, separando le tre storie). Certo, conoscendo già il fumetto forse la fruizione è più facile...