28 aprile 2014

A proposito di Schmidt (A. Payne, 2002)

A proposito di Schmidt (About Schmidt)
di Alexander Payne – USA 2002
con Jack Nicholson, Hope Davis
**

Visto in divx.

Dopo aver lavorato per tutta la vita in una grigia agenzia di assicurazioni di Omaha, il quasi settantenne Warren Schmidt si ritrova in pensione e, nel giro di pochi giorni, anche vedovo. È quanto basta per mandare in crisi un uomo che già di suo aveva forti problemi a relazionarsi con gli altri. Come se non bastasse, la sua unica figlia sta per sposarsi con un perfetto imbecille, mentre quello che doveva essere un viaggio alla ricerca di sé stesso, in camper fino a Denver, lo porterà a tracciare il bilancio di una vita fallimentare. Frustrazione, rabbia, solitudine e il senso di futilità troveranno una valvola di sfogo soltanto nelle lettere che Schmidt scrive a un bambino africano di sei anni, "adottato a distanza" attraverso un'ente di beneficenza. Il terzo film di Payne, adattato da un romanzo di Louis Begley, è il ritratto senza sconti di un personaggio misantropo, solo e infelice, pieno di rimpianti per il passato e senza prospettive per il futuro. Narrata più con condiscendenza che con reale cinismo, la pellicola ha il pregio di concentrarsi sul protagonista e di scavare a fondo nel suo vuoto interiore ed esistenziale senza perdersi in rivoli inutili, ma corre il rischio di bearsi troppo di quel che racconta, risultando a tratti un po' ruffiana (vedi la scena della stella cadente), anche perché la sceneggiatura tende a sottolineare ogni cosa. Qualche perplessità pure sul finale, fra il consolatorio e il ricattatorio, in cui il protagonista si commuove alla vista del disegno che Ndugu gli ha spedito, come a dimostrargli che la sua vita ha in realtà fatto la differenza per qualcuno. La parte migliore del film, comunque, è senza dubbio la seconda, ravvivata da punte di umorismo grottesco e sarcastico, dapprima con la lunga sezione on the road e poi con il tragicomico incontro con la famiglia del futuro genero (elementi che torneranno in un successivo film di Payne, "Nebraska"). Nicholson mattatore (il film è un vero e proprio one-man-show), nonostante un personaggio così lontano dalle sue corde sardoniche e luciferine. In ruoli minori compaiono anche Dermot Mulroney (il fidanzato della figlia) e la solita grande Kathy Bates (la sua sciroccata madre).

2 commenti:

Jean Jacques ha detto...

Lo vidi parecchi anni fa e - complice una certa ingenuità, ammetto - l'avevo amato molto. Dovrei rivederlo, ma la scena finale da te descritta mi aveva davvero emozionato.

Christian ha detto...

A me il finale, così come tutta "l'impalcatura" delle lettere scritte al bambino, mi è sembrato un po' "scollato" dal resto del film, un'artificio retorico di cui si poteva forse fare anche a meno... Comunque riconosco che è utile per permettere al protagonista, attraverso il voice-over, di esternare i suoi veri sentimenti.