18 febbraio 2014

Scott Pilgrim vs. the world (E. Wright, 2010)

Scott Pilgrim vs. the World (id.)
di Edgar Wright – USA 2010
con Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead
***

Visto in DVD, con Sabrina.

Bassista ventiduenne di Toronto che suona in una scalcinata band (i Sex Bob-omb), Scott Pilgrim abita con un coinquilino omosessuale e frequenta una liceale cinese. Ma quando incontra la misteriosa Ramona Flowers, letteralmente la ragazza dei suoi sogni, se ne innamora perdutamente: peccato però che, per conquistarla, dovrà prima sconfiggere – uno dopo l'altro, come in un videogioco a livelli – i suoi sette malvagi ex fidanzati. Dall'omonimo fumetto indie del canadese Bryan Lee O'Malley, un divertente film comico-adolescenziale pieno di trovate e riferimenti geek, debitore formalmente all'immaginario dei comics (le onomatopee visibili sullo schermo, il montaggio rapido e "a stacchi") e della musica rock (qui e lì, come nella sottotrama della "guerra fra bande", rievoca persino "Bill & Ted") ma soprattutto dei videogame, con alert e punteggi in sovrimpressione, effetti sonori, dinamiche dei combattimenti (all'insegna delle arti marziali o di super-poteri mistici) presi di petto dai vecchi giochi arcade e dalle successive evoluzioni dei fighting game per console (per non parlare di "Super Mario Bros."). Il tutto al servizio di personaggi simpatici (sì, persino i cattivi più sbruffoni!), di una storia tutto sommato lineare (al punto che l'intera sovrastruttura videoludica potrebbe essere una semplice metafora per dar forza al messaggio principale: "Se ami qualcuno, o qualcosa, devi combattere per averlo") e che procede in un crescendo irresistibile che tuttavia non tradisce lo spirito dei teen movie a sfondo romantico. Anche la regia assai creativa di Wright ("L'alba dei morti dementi", "Hot Fuzz") fa la sua parte, giocando con gli effetti speciali ma utilizzandoli sempre nel giusto contesto. Se si sta al gioco, si passa dal contagioso all'entusiasmante, anche perché i momenti surreal-demenziali (si pensi a come Scott sconfigge alcuni dei suoi rivali, su tutti l'attore di film d'azione o il cantante vegano) non distraggono dalla trama principale ma vi si integrano perfettamente, proprio come le gag di fine striscia in un fumetto a continuazione. Si tratta, in fin dei conti, di un ottimo esempio di come ibridare con efficacia in un film gli elementi delle subculture di massa. Bravi tutti i giovani attori (Michael Cera è Scott; Mary Elizabeth Winstead è Ramona, dai capelli cangianti; Kieran Culkin – fratello di Macaulay – è Wallace, il coinquilino gay; Ellen Wong è Knives Chau, la cinesina fidanzata con Scott), con qualche volto noto qua e là (Chris Evans, Brandon Routh, Jason Schwartzmann).

7 commenti:

Babol ha detto...

Ho amato talmente tanto il fumetto che il DVD l'ho comprato e lasciato lì. Temo troppo il diludendo! XD

Christian ha detto...

Il fumetto non l'ho ancora letto (ma mi attira parecchio, anche graficamente)... però il film è molto divertente! ^^

Jean Jacques ha detto...

Il fumetto mi manca, ma come film... boh, fa ridere a sprazzi, ma a lungo andare il nonsense mi sembrava una scusa per sbrigliarsela facilmente...

Ernesto ha detto...

Io invece avevo letto il fumetto (in inglese) e poi ho visto il film e siccome sia la storia che molte delle trovate erano nel fumetto, l'ho trovato divertente, ma non così tanto. E, ovviamente, diluito. Adesso non so immaginare come dev'essere leggersi il fumetto dopo aver visto il film, ma comunque te lo consiglio.
Ciao!
ERNESTO

Christian ha detto...

Questo è il tipico problema dei film che traggono quasi tutti i loro spunti da un libro o da un fumetto (sebbene qui ci siano anche alcune idee di regia e di montaggio molto "cinematografiche", che mi stupirei se non fossero originali: ma tutto è possibile!). Penso per esempio anche al caso di "Watchmen", che come film non mi era piaciuto più di tanto proprio perché tutte le cose buone erano prese direttamente dalla serie di Alan Moore, mentre le idee aggiunte specificatamente dal regista e dagli sceneggiatori erano di qualità notevolmente inferiore... Nel caso di "Scott Pilgrim", non avendo letto il fumetto, mi sono divertito anche con il ritmo movimentato del film, dove ogni cinque minuti succede qualcosa di nuovo: però mi sarei aspettato che risultasse più "compresso", non più "diluito", rispetto all'opera originale...

Ernesto ha detto...

Ciao!
Con "diluito" intendevo dire che diverse cose presenti nel fumetto non ci sono (è un fumetto di, boh, saranno 700 pagine), quindi sicuramente vale la pena di leggerlo anche dopo aver visto il film. È anche compresso, perché le cose nel film avvengono più rapidamente.

Christian ha detto...

Ah, ecco! ^^ Prima o poi il fumetto lo leggerò sicuramente. Comunque, in generale, preferisco quando gli adattamenti "tolgono" o addirittura modificano qualcosa (vedi "Il signore degli Anelli") piuttosto che quando cercano di lasciarci tutto dentro (vedi "Lo Hobbit", ma anche "Harry Potter" e "Watchmen").