1 gennaio 2014

Philomena (Stephen Frears, 2013)

Philomena (id.)
di Stephen Frears – GB 2013
con Steve Coogan, Judi Dench
**

Visto al cinema Colosseo, con Marisa.

Cresciuta in un orfanotrofio irlandese, la giovane Philomena fu costretta a separarsi da suo figlio poco dopo la sua nascita, quando il bimbo venne "venduto" dalle suore – a sua insaputa e senza il suo consenso – a una coppia benestante in cerca di adozione. Soltanto cinquant'anni dopo, con l'aiuto del giornalista Martin Sixsmith, la donna partirà per l'America nella speranza di ritrovarlo. Tratto da una storia vera (è liberamente ispirato al libro-reportage scritto da Sixsmith), un film "a tesi" che il regista ha voluto rendere più "gradevole" oscillando di continuo fra la denuncia delle condizioni in cui vivevano le ragazze – di fatto segregate – nei conventi cattolici dell'Irlanda del dopoguerra (celebre il caso "Magdalene", peraltro citato di sfuggita) e i toni da commedia leggera on the road con cui si descrive il viaggio di Philomena e Martin a Washington. L'aver romanzato la vicenda genera personaggi contraddittori (come la stessa Philomena, signora svagata di mezza età che legge con entusiasmo romanzetti Harmony, e contemporaneamente figura di alto spessore morale), limitando di fatto a un livello superficiale il coinvolgimento dello spettatore. E anche nel tirare le fila, il film mantiene il piede in due scarpe: da un lato denuncia senza mezzi termini (e in maniera manichea) i misfatti e il successivo atteggiamento omertoso delle strutture cattoliche in Irlanda, dall'altro lascia che la protagonista "perdoni" i colpevoli, sperando che l'assoluzione coinvolga moralmente anche lo spettatore. Vero punto di forza del film sono invece i due interpreti, il brillante Steve Coogan (anche co-sceneggiatore e produttore) e l'intensa Judi Dench.

4 commenti:

Marisa ha detto...

La bravura dei protagonisti tende a mascherare e coprire l'eccessiva semplificazione psicologica: le suore sono cattive e interessate solo ai loro profitti e le povere fanciulle peccatrici sono vittime della loro ingenuita'. Del tutto ignorata poi(la presenza della figlia non aggiunge assolutamente niente) la vita di Filomena, oltre il suo costante pensiero per il figlio perduto.
Molto convenzionale anche la rappresentazione del figlio gay: bello, sensibile e di successo.

Christian ha detto...

Sì, per me poi il difetto principale del film è l'aver scelto questi toni da commedia on the road, le battutine, lei svampita che legge Harmony, ecc., il che paradossalmente "distrae" dal vero nucleo della pellicola e soprattutto, come dici tu, impedisce di approfondire il dramma a livello psicologico e personale.

A Gegio film ha detto...

Dovevo vedere American Hustle, ma poi ho visto questo. Il fatto è che la sala migliore del vicinato è a 50 km, e a conti fatti...La Dench è sempre più fenomenale, nascosta qui, ma non ho mai visto un tale abisso tra commedia e genere drammatico, due o tre fave con un piccione, ma pare tutto mal riuscito, anche se i fatti da cui prende ispirazione sono effettivamente meritevoli di attenzione e di comprensione.

Christian ha detto...

È l'impostazione generale del film a essere proprio sbagliata. Peccato!